Onore ai Caduti! Thomas D’Alba, già paracadutista della Folgore, ucciso in Ucraina

Thomas D’Alba, un italiano che ha sacrificato la propria vita al fianco delle forze ucraine, è stato ucciso durante un combattimento a Sumy, nel nord dell’Ucraina, verso la metà di giugno 2025. La notizia della sua morte è stata divulgata su X (ex Twitter) dal giornalista ucraino Vladislav Maistrouk, che lo conosceva e lo aveva incontrato recentemente. Sebbene D’Alba risultasse inizialmente disperso, si crede che sia morto. La sua morte ha scatenato una serie di reazioni, comprese numerose critiche e insulti sui social, che hanno sollevato interrogativi sulla sua decisione di unirsi al conflitto.
Un uomo con una doppia passione: la Folgore e la musica
Nato a Legnano nel 1985, Thomas D’Alba era un ex paracadutista della Folgore, un’unità di élite dell’Esercito italiano. Dopo aver prestato servizio in missioni all’estero, aveva deciso di abbandonare la carriera militare per dedicarsi alla musica, una sua grande passione. Diplomato in una scuola professionale di musica, D’Alba aveva lavorato per oltre dieci anni come insegnante di batteria presso la Scuola di Musica Niccolò Paganini di Legnano. Nonostante la sua carriera stabile e apprezzata nel campo dell’insegnamento, la chiamata dell’Ucraina lo portò a fare una scelta radicale nel 2024: partire per combattere al fianco delle forze ucraine contro l’invasione russa.

Un insegnante combattente
Il suo ex direttore di scuola, Fabio Poretti, lo ricorda come “un insegnante combattente”, descrivendo come Thomas fosse amato dai suoi allievi e dalla comunità scolastica. “Non ci ha mai spiegato cosa l’abbia spinto a partire”, ha dichiarato Poretti, “ma chi lo conosceva sa che non si trattava di una motivazione economica. Era un uomo giusto, non in vendita”. Durante i mesi passati in Ucraina, D’Alba non ha mai interrotto i contatti con la scuola. Quando poteva, inviava messaggi per rassicurare gli amici che stava bene.
Inoltre, durante i suoi giorni di riposo dal fronte, Thomas si recava negli ospedali ucraini per suonare per i bambini ricoverati, un gesto che testimoniava il suo spirito altruista e il suo impegno umanitario. La sua morte ha scosso profondamente tutti coloro che lo conoscevano, eppure sui social si è scatenata una controversia che ha sollevato polemiche sul suo ruolo nel conflitto.
La decisione di andare a combattere
Nonostante il suo passato militare e l’amore per la musica, la scelta di D’Alba di combattere al fianco dell’Ucraina ha suscitato critiche sui social, in particolare da chi lo ha accusato di aver scelto una causa lontana dalla sua vita quotidiana. Nonostante ciò, D’Alba non ha mai avuto dubbi sulla giustezza della sua scelta. In un messaggio condiviso con i suoi ex colleghi della Folgore, aveva scritto: “Sono stato in molte missioni all’estero e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio”.

La morte di Thomas D’Alba si inserisce in un quadro più ampio di italiani che hanno scelto di unirsi al conflitto in Ucraina. Al momento della sua morte, D’Alba era il settimo italiano ad aver perso la vita in guerra.
Il ricordo degli amici e colleghi
Nonostante la critica diffusa, il ricordo di D’Alba tra coloro che lo conoscevano rimane positivo. Il cantautore Fabio De Vincente, che ha condiviso esperienze musicali con lui in Ucraina, lo ricorda come una persona “vera, etica, pura, sincera”. Insieme, avevano suonato per i bambini negli ospedali ucraini, un gesto che ha rivelato la sua doppia natura: soldato e uomo di pace.
In un mondo diviso dalle opinioni sulla guerra, Thomas D’Alba rappresenta un esempio per tutti, un uomo che ha messo la sua vita in gioco per una causa che credeva giusta. La sua storia rimarrà un simbolo della passione per la giustizia e per la musica che ha definito la sua vita.
Thomas D’Alba, un uomo che ha scelto di non restare a guardare, è stato un soldato, un insegnante, un uomo di musica e di cuore. La sua morte ci lascia con una riflessione sulla natura del conflitto e sulle scelte personali che possono segnare il destino di una vita.
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
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