Nel 1992 tre gloriosi reparti della Brigata Paracadutisti Folgore, il 185° Artiglieria, 186 e 187° vengono ricostituiti.
E' quindi un anno importante il 1992, un anno durante il quale ha inizio l’operazione “Vespri Siciliani” che registra l’arrivo in Sicilia dei Paracadutisti Italiani con il fine di concorrere alla salvaguardia dello Stato, dopo gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino.
Il contesto
La presenza dell'esercito in Sicilia fu resa necessaria in appoggio alle normali forze di polizia dopo la tragica serie di eventi che insanguinarono l'isola nel 1992, come l'attentato mafioso che aveva provocato la morte del giudice Giovanni Falcone, ucciso insieme con la sua scorta nell'attentato del 23 maggio denominato strage di Capaci. Circa due mesi dopo fu seguito da un altro attentato dinamitardo, che provocò la morte del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta avvenuto il 19 luglio, conosciuto come strage di via d'Amelio.
Un parziale tentativo di impiego di militari con compiti di ordine pubblico fu attuato qualche giorno prima, per un breve periodo in Sardegna con l'operazione denominata "Forza Paris" (luglio 1992), in occasione del rapimento di Farouk Kassam, ma si era trattato più che altro di un addestramento a pattugliamenti e rastrellamenti in ambienti impervi, possibile rifugio dei fuorilegge.
L'operazione Vespri Siciliani fu il primo intervento in grandi forze, per ragioni di ordine pubblico, effettuato dalle Forze Armate italiane nel dopoguerra, e fu anche il più consistente numericamente.
Si trattò del primo intervento in grandi forze, per ragioni di ordine pubblico, effettuato dalle Forze Armate italiane nel dopoguerra, e fu anche il più consistente numericamente.
L'invio dell'Esercito italiano venne deciso il 24 luglio 1992 dal consiglio dei ministri presieduto da Giuliano Amato, con il Decreto-legge "Misure urgenti per contrastare la criminalità organizzata in Sicilia" n. 349 del 25 luglio 1992, che autorizzava l'uso dei militari per operazioni di sicurezza e controllo del territorio e di prevenzione di delitti di criminalità organizzata, e conferiva al personale militare alcune funzioni proprie della qualifica di ufficiali e agenti di pubblica sicurezza.
Il governo, dopo accesi dibattiti parlamentari, ebbe il via libera dal Parlamento e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Goffredo Canino, concordò con il capo della Polizia, il prefetto Vincenzo Parisi, le modalità operative di intervento, tra cui il controllo delle postazioni fisse.
Il coordinamento fu affidato ai singoli Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza, guidati dai prefetti, cui fu prevista la partecipazione di un ufficiale dell'Esercito.
L'operazione militare
Domenica 26 luglio 1992, tarda mattinata.
Mentre tutta l'Italia va al mare, quattro aerei militari della 46ª Brigata Aerea , due C-130 e due G-222, attendono sulle cocenti piste dell'aeroporto di Pisa i Paracadutisti della Folgore.
Da Siena e Livorno arrivano sui mezzi militari, mischiandosi con le auto e i camper dei vacanzieri all' assalto di Castiglioncello e Tirrenia i baschi amaranto.
L'aeroporto pullula di giornalisti. Da parte dei Paracadutisti, come vuole la tradizione, bocche cucite.
La partenza intorno alle tre di pomeriggio. Atterraggio a Punta Raisi un' ora dopo.
Si va a Palermo, ma non è una gita o un viaggio premio, è un'operazioni militare, con dei Paracadutisti militari equipaggianti e con armi da guerra, in terra Italiana.
Per la Folgore una straordinaria occasione per dimostrare la sua grandezza anche in territorio nazionale.
Dal 26 luglio 1992 cinturazioni, appostamenti notturni, posti di controllo mobili, vigilanza a personalità di spicco, cooperazione costante con le forze dell’ordine sono garantite dal sacrificio di Ufficiali, Sottufficiali e Paracadutisti che, sottoponendosi a turni gravosi e continui, dimostrano un non comune senso del dovere.
In sintesi, il contrasto alla criminalità organizzata aveva lo scopo di:
- limitare la libertà d’azione alle attività illecite
- garantire una sicura e visibile presenza di forze dello Stato sul territorio
- rastrellare zone extra-urbane
- cinturare zone urbane per consentire interventi particolari delle Forze di Polizia
- eseguire posti di blocco/controlli stradali
- garantire la sicurezza di persone e strutture dell’apparato statale, potenziali obiettivi di minacce criminali
- consentire alle Forze di Polizia di assolvere i compiti di prevenzione e repressione a carattere più specialistico
Il 14 agosto operavano in Sicilia oltre 8.000 militari, displocati nelle varie città.
A Palermo il compito più difficile e nel capoluogo della Sicilia lo Stato Maggiore impiega i soldati dal migliore affidamento: 1.000 Paracadutisti della Brigata Folgore e 500 lancieri del 6º Gruppo Squadroni Lancieri di Aosta a Palermo.
L'operazione colpì duramente l'operatività di cosa nostra e contribuì all'arresto di numerosi boss.
L'Operazione Vespri Siciliani è un successo assoluto, i militari effettuarono o parteciparono a:
- 1.647 rastrellamenti
- 21.512 attività di pattugliamento
- 39.014 posti di blocco stradali
- 62.847 controlli di edifici
- 665.407 controlli agli automezzi
- 813.439 persone identificate
- 786 attività di cinturazione di obiettivi
- 1.225 persone consegnate alle Autorità di P.S.
- 168 armi e 3.113 kg di esplosivo sequestrati
Si arriva al dicembre del 1992, i reggimenti Paracadutisti sono ancora in Sicilia, ma il corno d'Africa chiama: si viene avvicendati al fine di permetterne l’invio in Somalia, terra martoriata dalla guerra civile e dalla carestia. Quella che sarà la storica operazioni IBIS è alle porte.