Il Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) è una delle più antiche e gloriose unità dell'Arma di Cavalleria dell'Esercito Italiano.
Il reggimento, dal 2013, è inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore"della quale costituisce la pedina esplorante. E' di stanza a Grosseto.
Ha preso parte a numerose campagne militari nel corso dei secoli, servendo il Ducato di Savoia, il Regno di Sardegna, il Regno d'Italia e per l'attuale Repubblica Italiana.
All'interno del 1°Gruppo Squadroni vi è il 1° Squadrone Esploratori Paracadutisti, unità di Coronamento alle Operazioni Speciali (COS) con capacità di inserzione HALO/HAHO nella quale il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS), In mancanza anche parziale di forze per operazioni speciali, si può avvalere nella pianificazione delle missioni delle forze speciali, come unità esplorante.
Storia
Con decreto 23 luglio 1692, nel ducato di Savoia, dall'organico della disciolta Brigata di Gens d'Armes del Piemonte vennero costituiti due diversi reggimenti, uno dei quali venne in un primo momento denominato Mombrison e poi None, dal nome dei comandanti.
Nel medesimo anno assunse la denominazione di "Savoia Cavalleria", dalla regione dove venivano reclutati i cavalieri, su nove compagnie. Nel biennio 1692 – 1693 combatté contro i francesi in Piemonte e nel Delfinato. Venne sciolto nel 1699, ma rapidamente ricostituito nel 1701.
Il reggimento prese parte a tutte le guerre d'indipendenza del Risorgimento. Durante la prima guerra di indipendenza (1848-1849) prese parte alla battaglia di Pastrengo (30 aprile 1848), proteggendo il fianco destro dello schieramento sardo, e alla successiva battaglia di Goito (30 maggio 1848), dove contribuì, in particolare con l'Aosta Cavalleria, a respingere il tentativo austriaco di aggiramento delle forze sarde. Partecipò, dopo la ripresa delle ostilità, alla sfortunata battaglia di Novara (23 marzo 1849) che, di fatto, chiuse la guerra.
Nel 1859 partecipò alla seconda guerra di indipendenza soprattutto con compiti di riserva e di protezione dei fianchi dell'armata. Il 19 ottobre 1859 riceve la denominazione di "Corazzieri di Savoia". Cambia ancora denominazione in: Reggimento "Savoia Cavalleria" il 6 giugno 1860.
Durante la prima guerra mondiale (1915-1918), il reggimento inizialmente impiegò soltanto le proprie sezioni mitragliatrici (la 1497ª compagnia mitraglieri) appiedata sul fronte dell'Isonzo. Nell'agosto del 1916 riceveva l'ordine, insieme a tutta la III divisione di cavalleria, di puntare sulla conca di Aidussina nell'ambito delle operazioni della conquista di Gorizia. Nel periodo ottobre - novembre 1917, dopo le tragiche giornate di Caporetto, protesse il ripiegamento di reparti di fanteria e contribuì notevolmente e ritardare l'avanzata delle truppe tedesche e austro-ungariche.
Un anno dopo, il 30 ottobre 1918, il reggimento, alle fasi finali della battaglia di Vittorio Veneto, si lanciava all'inseguimento delle truppe nemiche in rotta: passava i fiumi Piave, Livenza e Tagliamento, spingendosi verso San Martino di Campagna e Sedrano e catturando interi reparti austro-ungarici impegnati in duri combattimenti di retroguardia.
Il 3 novembre 1918 una pattuglia del Savoia Cavalleria, guidata dal tenente Carlo Baragiola, entrava in Udine, mentre il giorno successivo, il giorno dell'armistizio che chiudeva la grande guerra per l'Italia, un reparto del reggimento giungeva fino a Caporetto.
Diviene Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) il 20 aprile 1920. Dal 1920 "Savoia Cavalleria" è stato reso depositario delle tradizioni del disciolto Reggimento "Lancieri di Vercelli". Nel 1933 adotta la caratteristica cravatta rossa in luogo della bordatura rossa del bavero nero della giubba.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il reggimento combatté con grande coraggio e abilità.
Sul fronte russo il Savoia Cavalleria si distinse nella famosa carica di Izbušenskij, avvenuta il 24 agosto 1942.
Il reggimento fu pesantemente decimato nel corso della ritirata dei reparti italiani dall'Unione Sovietica, e solo un piccolo nucleo riuscì a rientrare in Italia. Tra i quadrupedi in forza a Savoia Cavalleria durante la campagna di Russia v'era anche Albino, il cavallo divenuto famoso nel dopoguerra e che ancora oggi viene conservato imbalsamato nella sala cimeli del reggimento.
Dopo la guerra, il "Savoia Cavalleria" è stato coinvolto in diverse missioni di mantenimento della pace e operazioni internazionali.
Il "Savoia Cavalleria" gioca un ruolo chiave all'interno della Brigata "Folgore", fornendo supporto di cavalleria e svolgendo un ruolo importante nelle operazioni di combattimento. La brigata nel suo complesso è addestrata per essere altamente mobile e rapidamente dispiegabile, caratteristiche cruciali per un'unità paracadutista.
Organizzazione attuale
Con la riorganizzazione delle "forze di proiezione", nel 2013 viene inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore", della quale è l'unità esplorante, con capacità aviotrasportata.
Da quel momento, a testimonianza della trasformazione anche organica dell'unità (che conserva ormai una capacità blindo-corazzata residuale), per il personale del reggimento viene disposto l'uso del basco amaranto tipico delle aviotruppe in sostituzione di quello nero, storicamente assegnato alle unità blindo-corazzate.
A seguito di tale provvedimento il reggimento conserva tuttavia capacità blindo-corazzata.
Nel corso della sua storia al reggimento vennero concesse, oltre alla medaglia d'oro per la carica di Isbuscenskij, altre due ricompense al valor militare, una medaglia di bronzo per la liberazione di Udine al termine della prima guerra mondiale nel novembre 1918 e un'altra medaglia di bronzo per le operazioni svolte durante la campagna di Russia nel periodo agosto 1941-maggio 1942.
La festa del reggimento cade il 24 agosto, anniversario della carica di Jsbuschenskij (1942).
Struttura attuale:
- Comando di Reggimento
- Squadrone Comando
- Gruppo Squadroni composto da:
- 1º Squadrone Esploratori "Abba" LRSU (Long Reconnaissance Surveillance Unit)
- 2º Squadrone Esplorante "Marchio"
- 3º Squadrone Esplorante "De Leone"
- 4º Squadrone Blindo Pesanti "Manusardi"
Denominazioni
- XVII Secolo - 23.07.1692: Brigata di Gens d'Armes del Piemonte
- 23.07.1692 - 00.00.1692: Reggimento Cavalleria "Mombrison"
- 00.00.1692 - 00.00.1692: Reggimento Cavalleria "None"
- 00.00.1692 - 00.00.1699: Reggimento "Savoia Cavalleria"
- 00.00.1701 - 09.12.1798: Reggimento "Savoia Cavalleria"
- 09.12.1798 - 00.01.1799: 6º Reggimento di Cavalleria
- 01.01.1815 - 03.01.1832: Reggimento "Cavalleggeri di Savoia"
- 03.01.1832 - 19.10.1859: Reggimento "Savoia Cavalleria"
- 19.10.1859 - 06.06.1860: Reggimento "Corazzieri di Savoia"
- 06.06.1860 - 10.09.1871: Reggimento "Savoia Cavalleria"
- 10.09.1871 - 05.11.1876: 3º Reggimento di Cavalleria (Savoia)
- 05.11.1876 - 20.04.1920: Reggimento di Cavalleria "Savoia" (3º)
- 20.04.1920 - 00.06.1946: Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º)
- 10.09.1946 - 00.00.1948: Gruppo Esplorante 3º Cavalieri
- 00.00.1948 - 15.04.1950: 3º Gruppo Cavalleria Blindata "Gorizia Cavalleria"
- 15.04.1950 - 04.11.1958: 3º Reggimento Cavalleria Blindata "Gorizia Cavalleria"
- 04.11.1958 - 11.10.1975: Reggimento "Savoia Cavalleria (3º)
- 11.10.1975 - 23.05.1992: 3º Gruppo Squadroni Corazzato "Savoia Cavalleria"
- 23.05.1992 - tutt'oggi: Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º)
Onorificenze allo Stendardo
Medaglia di bronzo al valor militare
Nella battaglia della riscossa (ottobre-novembre 1918), mentre il grosso dell'esercito combatteva sul Tagliamento, reparti del reggimento arditamente entravano in Udine, ancora occupata da forze avversarie, portandole il primo annunzio della liberazione.
Udine - Val Natisone, 1-4 novembre 1918
Medaglia di bronzo al valor militare
Durante un lungo ciclo di operazioni di guerra, anche nelle situazioni più aspre ed incerte per insidiosità di ambiente ed avversità logistiche e di clima, con la fierezza del suo antico nome ha fatto sventolare vittorioso il suo vecchio stendardo, imponendo ovunque al nemico la sua aggressività ed il suo coraggio. Dopo aver inseguito alle reni per duecentocinquanta chilometri forti retroguardie avversarie, dava nuova prova della sua abilità e irruenza nella occupazione di importante capoluogo minerario fortemente difeso dagli avversari.
Fronte russo: Nipro, Stalino, Kriwojtorez, Pantelejmonowka, Orlowka - agosto 1941 - maggio 1942
Medaglia d'oro al valor militare
Temprato ad ogni arditezza e sacrificio, nel corso di operazioni offensive per la conquista di importante regione industriale e mineraria assolveva con immutata dedizione ed inalterato coraggio le missioni gravose, complesse e delicate fiancheggiando grandi unità impegnate nell'inseguimento di rilevanti ed agguerrite retroguardie avversarie. Divampata repentinamente la battaglia contro il nemico che, con la potenza del numero dei mezzi, irrompeva bramoso sulla riva meridionale del Don, piombava con fulminea destrezza sulle colonne avversarie delle quali domava più volte la pervicacia, sventandone le insidie e contribuendo, con rara perizia e maschia temerarietà allo sviluppo efficace della manovra di arresto. Affrontato all'improvviso da due battaglioni avversari durante la rischiosa e profonda esplorazione, ne conteneva l'urto con la valentia dei reparti appiedati ed avventurandosi in arcioni sul fianco degli aggressori, ne annientava la belluina resistenza, restituendo alla lotta, con l'impeto corrusco delle cariche vittoriose, il fascino dell'epoca cavalleresca ed illustrando il suo nome alla pari dei fasti del Risorgimento e delle sue secolari tradizioni.
Fronte russo: bacino minerario di Krasnj-Lutsch, luglio 1942; Simowskij, quota 200,1, quota 236,7, quota 209,9 di Val Krisaja, Ciglione di Jbuschensij, Bachmutin, quota 226,7 di Jagodnij, 21-30 agosto 1942
Croce di bronzo al merito dell'esercito
Reggimento di cavalleria impiegato in Libano quale gruppo tattico di manovra denominato "ITALBATT 2", si distingueva durante quasi otto mesi di permanenza in teatro per encomiabile abnegazione, straordinario spirito di sacrificio, sovrumano impegno e coraggio. Responsabile del controllo e della sicurezza di uno dei tratti più sensibili della linea di demarcazione tra il Libano ed Israele, operava con mirabile tenacia ed indiscutibile professionalità, assicurando sempre una presenza capillare ed efficace, pur in un contesto dai profili politici e istituzionali in rapido e progressivo deterioramento. Uomini e donne del "Savoia", coscienti dell'importante compito da assolvere, dei pericoli e delle difficoltà della missione, conducevano con altissima determinazione ogni attività a loro assegnata. Impazienti di emergere alla pari della propria reputazione, evidenziavano consapevole coraggio, elevate virtù militari e contribuivano in maniera determinante al successo delle operazioni, esaltando il presidio dell'Italia nel contesto internazionale.
Al Mansouri/Zibquin - Libano, 2 ottobre 2007 - 24 maggio 2008