Intervista del 1993, Tratta da EPOCA
Il Sergente Maggiore Paracadutista Giampiero Monti partecipò alla missione italiana in Somalia con il proprio Reggimento, il 183° "Nembo". Il 2 luglio 1993 era sul VCC colpito dal razzo RPG dove perse la vita il Paracadutista Pasquale Baccaro.
Lo stesso razzo lo colpì all'addome, provandogli una grave ferita. Ecco, con poche parole, come descrive quei momenti.
- Ha mai avuto dei ripensamenti sulla sua scelta di vita?
"Non ho mai avuto dei ripensamenti, ho sempre saputo che sarebbe potuta capitare una situazione come quella di Mogadiscio. Il nostro mestiere non prevede situazioni tranquille, per quelle ci sono ben altre organizzazioni."
- Cosa ha pensato mentre aspettava i soccorsi?
"Quando ero la steso per terra mi è sfilata davanti la mia vita. Il mio ventre era a pezzi ed io volevo essere a casa con la mia famiglia. L’odore che sentivo era il loro."
Medaglia d'argento al valor militare a Giampiero Monti
Sottufficiale comandante di squadra paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato in Somalia nell'ambito dell'operazione umanitaria voluta dalle Nazioni unite, partecipava con la propria unita' al rastrellamento di un quartiere di Mogadiscio. Nel corso dei successivi combattimenti, proditoriamente provocati dai miliziani somali, mentre da bordo del veicolo corazzato di cui era capocarro coordinava la propria squadra, veniva inquadrato dal tiro dei cecchini ma, imperturbabile, proseguiva nell'azione. In seguito all'esplosione di un razzo controcarri che colpiva il mezzo sul quale operava, subiva in piu' parti del corpo gravi ferite, che gli procuravano anche menomazioni permanenti. Benche' copiosamente sanguinante, con incomparabile forza d'animo continuava a rassicurare e a dirigere gli uomini a lui affidati, fintantoche' stremato si accasciava al suolo e veniva trasportato presso un ospedale di Mogadiscio. Chiaro esempio di altissimo senso del dovere, elevato coraggio e mirabile spirito di sacrificio
Mogadiscio, 2 luglio 1993