Tradizionalmente, fino al termine del XX secolo, il comando e l'utilizzo delle forze speciali dell'Esercito Italiano erano prerogativa della Brigata Paracadutisti Folgore attraverso il 9° Reggimento d'Assalto "Col Moschin". Analogamente, per la Marina Militare, l'impiego del COMSUBIN avveniva non attraverso un comando operativo vero e proprio, ma direttamente sotto il controllo del Ministero della Difesa tramite lo Stato Maggiore Difesa (SMD). Il GIS dei Carabinieri, fino a tutto il 2003, non era neanche validato come forza speciale.
L'avvento del nuovo millennio ha segnato una svolta significativa: la creazione di nuove unità dedicate alle operazioni speciali e la necessità di riconoscere altre entità come tali, ad esempio il GIS dei Carabinieri, e migliorare l'ottimizzazione delle risorse nei vari teatri d'impiego, oltre all'interoperabilità, grazie alle competenze specifiche delle quattro forze armate, ha contribuito ad una maggiore specializzazione e focalizzazione sul futuro delle forze speciali italiane.
Origini e finalità Strategiche
Il COFS è stato costituito inizialmente con lo status di Reparto Incursori Paracadutisti Interforze, risultato di una decisione dell'allora Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giampaolo Di Paola, scaturita da una precisa iniziativa del Ministro della Difesa pro-tempore, On. Antonio Martino, dotando la Difesa di uno strumento specifico per la condotta delle Operazioni Speciali e completando quindi la ristrutturazione iniziata con la creazione dell'allora COI (oggi COVI) per il comando delle operazioni convenzionali, allineando l'Italia con gli altri principali Paesi dell'Alleanza Atlantica, per cui le Forze Speciali rappresentano una risorsa di rilevanza strategica.
Costituito ufficialmente il 1º dicembre 2004, sotto la guida del Generale Paracadutista Incursore (Esercito Italiano) Marco Bertolini, già nel 2008 è stato riconosciuto come comando di pianificazione e nel 2021 è stato validato dalla NATO come Comando proiettabile di componente per le Operazioni Speciali (SOCC) all'interno della NATO Response Force (NRF). Tra il 2021 e il 2023, il COFS è stato dipendente dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ma dal 2023 è tornato sotto la diretta supervisione del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
Posizionata sotto il diretto comando del Capo di Stato Maggiore della Difesa, si trova all'Aeroporto militare di Centocelle "Francesco Baracca" e ha il compito di coordinare e gestire tutte le operazioni delle forze speciali italiane.
Struttura del C.O.F.S.
Come detto, il comando coordina tutte le operazioni delle forze speciali appartenenti alle quattro Forze Armate, e nello specifico:
- 9° Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin" (Esercito)
- Gruppo Operativo Incursori (Marina Militare)
- 17° Stormo Incursori (Aeronautica Militare)
- Gruppo Intervento Speciale (Carabinieri)
- 4° Reggimento Alpini Paracadutisti "Ranger" (Esercito)
- 185° Reggimento Paracadutisti Ricognizione e Acquisizione Obiettivi "Folgore" (Esercito)
Il COFS rappresenta quindi un pilastro fondamentale nella gestione delle operazioni speciali italiane, sottolineando l'importanza dell'innovazione e dell'adattamento ai nuovi scenari internazionali, rappresentando un importante passo avanti nell'allineamento delle capacità militari italiane con gli standard NATO, facendo da preludio alla creazione del COMFOSE (Comando delle Forze Speciali dell'Esercito) nel 2014.
Tali sviluppi hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la capacità dell'Italia di adattarsi in contesti internazionali in continua evoluzione, contribuendo significativamente alla sicurezza e alla stabilità nazionale ed internazionale, oltre a rappresentare un modello per gli Alleati.
Dal suo insediamento, il COFS ha supervisionato numerose iniziative chiave nel comparto delle operazioni speciali, la maggior parte classificate dal segreto di stato e solo successivamente rese pubbliche, come la costituzione della Task Force 45, attiva in Afghanistan dal 2006 al 2014.
Simbolismo e motto del COFS
Il simbolo del COFS trae ispirazione dall'elemento centrale del dipinto "Il giuramento degli Orazi" di Jacques-Louis David (1784), esposto al museo del Louvre di Parigi.
Il dipinto raffigura una leggenda romana narrata da Tito Livio e drammatizzata nella tragedia "Horace" di Corneille. Durante il regno di Tullo Ostilio, per determinare l'esito della guerra tra Roma e Alba Longa, tre fratelli romani, gli Orazi, combatterono contro tre fratelli di Alba Longa, i Curiazi. Alla fine dello scontro, nessun Curiazio sopravvisse, mentre uno degli Orazi riuscì a ritornare, sancendo così la vittoria di Roma.
Le tre spade simboleggiano la difesa della patria nei tre elementi naturali—terra, mare e cielo—teatro delle operazioni speciali.
Il motto, "etiam si omnes ego non", è tratto dal Vangelo secondo Matteo e riflette la determinazione e la virtù morale di chi è chiamato a emergere sfruttando le proprie qualità morali e spirituali.
I Comandanti
Gen. D. Marco BERTOLINI - Esercito Italiano - 1 dicembre 2004, 25 settembre 2008
Amm. D. Donato MARZANO - Marina Militare - 26 settembre 2008, 9 ottobre 2011
Gen. D. Maurizio FIORAVANTI - Esercito Italiano - 10 ottobre 2011, 2 novembre 2014
Amm. Sq. Giuseppe CAVO DRAGONE - Marina Militare - 3 novembre 2014, 26 giugno 2016
Gen. D. Nicola ZANELLI - Esercito Italiano - 27 giugno 2016, 23 ottobre 2019
Gen. S.A. Nicola LANZA DE CRISTOFORIS - Aeronautica Militare - 24 ottobre 2019, 19 gennaio 2022
Amm. Sq. Paolo PEZZUTTI - Marina Militare - 20 gennaio 2022, in carica
- Comando delle forze speciali dell’Esercito (COMFOSE)
- Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (C.O.F.S.)
- 9° Reggimento Col Moschin: la punta di diamante
- 4º Reggimento Alpini Paracadutisti
- 185º Rgt paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore”
- 3º Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebaran”