L’Italia si oppone al piano di spesa per la difesa dell’UE, frenando l’impulso del blocco

ROMA — Il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni si è opposta ai piani dell’Unione Europea di raccogliere 800 miliardi di euro (870 miliardi di dollari) per la spesa in difesa, compromettendo la dimostrazione di forza del blocco di fronte all’aggressione russa e all’indifferenza di Donald Trump.
La manna europea è stata proposta dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, che sostiene piani per 150 miliardi di euro in prestiti per la spesa in difesa degli stati membri.
Una seconda proposta consentirebbe agli stati membri di escludere la spesa per la difesa fino all’1,5 percento del loro PIL nazionale dalle regole del debito dell’UE, che sono progettate per impedire agli stati di accumulare deficit eccessivi.
Se tutti gli stati sfruttassero l’esenzione, la spesa per la difesa dell’UE potrebbe aumentare di 650 miliardi di euro, sommandosi ai prestiti per raggiungere un totale di 800 miliardi di euro.
Ma il primo ministro italiano Meloni ha dato un giudizio negativo al piano delle regole del debito quando ha incontrato Von der Leyen a Bruxelles giovedì, prima di un vertice dell’UE per discutere il piano.
Ha dichiarato di preferire incentivare gli investitori privati a investire nei programmi di difesa, o un finanziamento diretto dell’UE che “non incide direttamente sui debiti statali”.
La mancanza di entusiasmo di Meloni avrà sorpreso i funzionari della difesa in Europa, dato che il suo governo ha ripetutamente chiesto di escludere la spesa per la difesa dai limiti di spesa per il deficit dell’UE.
Questa mossa, ha precedentemente affermato il suo ministro della difesa Guido Crosetto, era l’unico modo per l’Italia di sperare di aumentare la sua spesa, che è circa l’1,5 percento del PIL.
Ora che l’UE ha detto che l’Italia può fare ciò che ha spinto a fare per anni, Meloni ha rifiutato di accettare l’offerta.
Una ragione è che, indipendentemente dal fatto che l’UE permetta nuove spese di debito, i mercati potrebbero essere meno indulgenti.
Un’altra ragione è che Meloni rimane scettica riguardo all’idea che l’Europa diventi una superpotenza della difesa senza un forte sostegno degli Stati Uniti.
Questo mese ha rifiutato di unirsi ai piani elaborati da Regno Unito e Francia per schierare forze di pace in Ucraina in caso di cessate il fuoco.
In una lettera al quotidiano italiano Corriere della Sera giovedì, il ministro della difesa di Meloni, Crosetto, ha scritto che solo la NATO, non l’UE, offre una garanzia di assistenza militare tra i membri.
“L’unico modello di difesa concreto e praticabile, qui e ora, è la NATO,” ha scritto.
La cautela di Meloni sul riarmo riflette anche l’opposizione degli elettori italiani alla spesa per le armi piuttosto che per la sanità.
Un sondaggio di questo mese ha rivelato che il 54,6% degli italiani si oppone al piano di spesa di 800 miliardi di euro.
Il vice primo ministro di Meloni, Matteo Salvini, un euroscettico da tempo morbido sulla Russia, questa settimana si è anche opposto alla spesa aggiuntiva per la difesa, sostenendo che la più grande minaccia per l’Italia è il terrorismo islamico, non Vladimir Putin.
Interrogato giovedì su un possibile esercito europeo, ha risposto, “Cosa farebbe oggi un esercito europeo guidato da Francia e Germania: andrebbe in guerra?”
Pubblicato da Condoralex
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
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