Durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico e Scolastico 2024-2025 degli istituti di formazione dell’Esercito, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d'Armata Paracadutista Carmine Masiello, ha delineato le direttrici strategiche che guideranno la formazione e la preparazione dell''Esercito Italiano. Con un discorso di forte impatto, Masiello ha evidenziato l’importanza di adattarsi alle nuove sfide geopolitiche e tecnologiche, promuovendo una visione pragmatica e consapevole della realtà attuale.
Il Capo di SME ha sottolineato con fermezza che la missione dell’Esercito non è essere intrappolati nella burocrazia, ma prepararsi alla guerra. Ha spiegato che, sebbene in passato il termine 'guerra' fosse evitato, la realtà attuale impone all’Esercito di confrontarsi con questo concetto senza ambiguità. Prepararsi alla guerra, ha affermato, non significa volerla, ma piuttosto aumentare le probabilità di mantenere la pace. In linea con questa visione, ha proposto di restituire al corso di Stato Maggiore il nome storico di 'Scuola di Guerra', per riflettere la missione fondamentale alla quale si addestra l’Esercito.
Masiello ha inoltre affermato con decisione "vince chi è più tecnologico, tutto il resto sono chiacchiere." Ha ribadito che senza una superiorità tecnologica non si può vincere, e che l'Esercito o è tecnologico, o semplicemente non è. Questo rinnovamento tecnologico è imprescindibile, ma deve affiancarsi all'addestramento, che rimane il cuore della missione dell'Esercito. "Chi sceglie di mettere le stellette sceglie di addestrarsi'" ha spiegato, definendo l'addestramento come una vera e propria "polizza assicurativa per il Paese e per i militari".
Il Generale ha poi posto l’accento sull’importanza di una formazione orientata non solo alla reattività, ma anche alla proattività, invitando i militari a sviluppare capacità di analisi e iniziativa personale. In quest’ottica, è cruciale promuovere un ambiente che valorizzi le competenze individuali senza che il successo del singolo diventi una priorità rispetto a quello dell’organizzazione.
Non è mancato il riferimento sul cambiamento culturale che l’Esercito deve adottare, ma sempre con il profondo senso di valori, responsabilità e rispetto per il ruolo. Questi valori rappresentano un impegno collettivo che rafforza la coesione e l’efficacia della forza armata. La cultura militare deve inoltre riconoscere l’importanza del diritto di sbagliare: una mentalità aperta all’apprendimento e al miglioramento continuo diventa fondamentale in un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti.
Il discorso del Generale Masiello, quindi, ha rappresentato un appello alla modernizzazione e alla consapevolezza, invitando l’intera organizzazione a un salto culturale essenziale per affrontare i nuovi scenari con responsabilità e competenza. Con queste parole, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato un messaggio chiaro: l’Esercito deve essere pronto ad adattarsi, a innovarsi e a sostenere l’impegno verso una difesa sempre più sofisticata e multidimensionale.
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