Difesa e spesa militare: Giorgetti vuole raggiungere il 2% del PIL senza attivare la clausola

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato a Varsavia, a margine dell’Ecofin informale, che l’Italia intende raggiungere l’obiettivo del 2% del PIL di spesa per la difesa “senza attivare la clausola nazionale di salvaguardia” prevista dal nuovo Patto di stabilità europeo. Tale clausola, concepita per sostenere i Paesi che devono aumentare gli investimenti nella difesa senza incorrere in sanzioni per deficit eccessivo, rappresenta uno degli strumenti messi sul tavolo dalla Commissione europea insieme al piano Readiness 2030.
Readiness 2030 è la strategia di riarmo proposta dall’Unione per rafforzare le capacità militari degli Stati membri. Si basa sull’aumento delle spese nazionali e prevede due pilastri: l’uso della clausola di salvaguardia e l’accesso ai finanziamenti dello strumento europeo SAFE (Supportive Anti-Fragile Environment), che mette a disposizione prestiti per 150 miliardi di euro. Su quest’ultimo, Giorgetti ha commentato: “Mancano ancora dei dettagli, quindi non possiamo fare una valutazione definitiva”.

Attendere la Nato per una scelta consapevole
Giorgetti ha sottolineato come ogni decisione debba essere presa dopo il summit NATO di giugno, dove si discuterà di un possibile nuovo target di spesa militare, verosimilmente del 3,5% del PIL. “È importante rafforzare la difesa europea nell’ambito dell’Alleanza Atlantica“, ha detto il ministro, aggiungendo che è necessario agire con “sangue freddo, razionalità e senza la frenesia che spesso conduce a scelte sbagliate“.
L’approccio prudente dell’Italia si inserisce in un contesto europeo complesso, dove coesistono sensibilità e situazioni economiche molto diverse. Mentre Paesi come la Germania possono contare su un ampio margine di bilancio, l’Italia deve mantenere un equilibrio tra disciplina finanziaria e obblighi internazionali. Giorgetti ha ribadito: “Abbiamo l’impegno di rispettare una disciplina di bilancio che tanto ci premia, e allo stesso tempo di rispettare gli impegni internazionali”.
Nel frattempo, la Commissione Europea ha chiarito, per voce del commissario Valdis Dombrovskis, che il termine di fine aprile per presentare la richiesta di attivazione della clausola nazionale non è perentorio, ma serve a preparare le raccomandazioni entro luglio. Anche una richiesta successiva sarà considerata valida. L’invito, tuttavia, è a muoversi in modo coordinato, per rafforzare l’azione politica comune.

Verso un mercato europeo della difesa?
Durante la riunione informale a Varsavia, i ministri dell’economia hanno anche esaminato un documento del think tank Bruegel intitolato “La governance e il finanziamento del riarmo europeo”. Gli autori propongono la creazione di un Meccanismo di Difesa Europeo (EDM), aperto anche a Paesi non Ue come Regno Unito e Norvegia. Questo strumento centralizzerebbe acquisti e finanziamenti, creando un mercato unico della difesa e mantenendo la proprietà dei materiali militari fino all’effettivo utilizzo. L’obiettivo è quello di ottimizzare l’efficacia operativa, favorendo sinergie e riducendo i costi.
Giorgetti non ha commentato direttamente la proposta di Bruegel, ma ha evidenziato l’esigenza di mobilitare anche capitali privati per supportare l’industria della difesa europea: “È importante stimolare non solo la domanda ma anche l’offerta, sostenendo il comparto industriale”. Ha inoltre ricordato che la spesa pubblica non è l’unico strumento a disposizione e che l’Europa deve considerare le differenze economiche tra i suoi membri.
Dazi, Cina e prospettive economiche
Sul fronte internazionale, Giorgetti ha espresso preoccupazione per l’andamento della guerra commerciale tra Cina, Stati Uniti e Unione Europea. Ha spiegato che «non solo i dazi di Trump, ma anche quelli impliciti o espliciti come le politiche cinesi di dumping fanno molto male all’economia e all’industria italiane». In questo scenario, ha sottolineato che l’Europa deve trovare una posizione autonoma: “C’è chi va in Cina e chi va a Washington, ma l’Europa rischia di essere schiacciata nel mezzo”.
In caso di peggioramento del quadro economico internazionale, Giorgetti non ha escluso l’attivazione della clausola generale di salvaguardia prevista dall’articolo 25 del Patto di stabilità, già usata nel 2020 durante la pandemia: “Se la guerra commerciale degenerasse in una crisi economica, sarà naturale riattivare la clausola”.
Infine, il ministro ha commentato con soddisfazione l’innalzamento del rating dell’Italia a BBB+ da parte di Standard & Poor’s, definendolo “un riconoscimento alla serietà del governo”. Anche il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha sottolineato come questo miglioramento apra la strada a ulteriori progressi, pur avvertendo che “la debolezza dell’area euro è più persistente del previsto”.
Il dibattito sulla spesa per la difesa, tra clausole europee e vincoli di bilancio, continuerà nei prossimi mesi, in attesa di un chiarimento decisivo al vertice NATO di giugno.
Pubblicato da Condoralex
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.