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Un Simbolo di Dignità: la Piastrina di Riconoscimento dei Militari Italiani

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Il riconoscimento dei militari, in particolare durante le operazioni di guerra o missioni fuori area, è un aspetto fondamentale per garantire la loro identità e la loro dignità. In situazioni di emergenza, come incidenti, prigionia o morte, la capacità di identificare rapidamente un soldato e raccogliere informazioni vitali può fare la differenza. Nel contesto delle forze armate italiane, il piastrino di riconoscimento riveste un ruolo cruciale. Questo piccolo e semplice strumento, che accompagna il militare durante il servizio, contiene informazioni essenziali come il nome, la data di nascita, il gruppo sanguigno e, se richiesto, la religione del soldato. La sua utilità è evidente, ma non si limita solo alla funzionalità: il piastrino è un simbolo di appartenenza e di sacrificio.

Secondo la Circolare Ministeriale del 28 marzo 2025, firmata dal Vice Direttore Generale, Colonnello Fabrizio Ratto Vaquer, “il piastrino/medaglioncino di riconoscimento è stato confermato come strumento fondamentale per identificare i militari delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri, in caso di prigionia, morte in tempo di guerra, o missioni fuori area“. Questo piccolo oggetto, che sembra quasi banale nella sua semplicità, è in realtà un testamento alla cura e all’attenzione con cui le forze armate italiane considerano la sicurezza e l’identità dei propri soldati.

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Caratteristiche e modalità di utilizzo della piastrina

Il piastrino di riconoscimento è un dispositivo che deve essere indossato dai militari al collo, tramite una catenella, ed è realizzato in acciaio inossidabile resistente a temperature estreme. Le sue dimensioni standard sono di 34x45x0,8 millimetri, con una linea di frattura prestabilita che lo rende divisibile in due parti. Questa divisione è fondamentale in caso di morte del militare: la parte superiore, legata alla catenella, viene lasciata sulla salma, mentre la parte inferiore viene inviata al comando o all’ente preposto per le necessarie formalità amministrative e documentali. Le informazioni incise su di esso comprendono il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il numero di matricola, il gruppo sanguigno e il fattore Rh, e la religione (se richiesta).

Un altro aspetto importante è l’accuratezza dei dati contenuti nel piastrino. Secondo le disposizioni della circolare, l’esattezza del gruppo sanguigno e del fattore Rh è fondamentale, e per questo motivo, il personale delle Forze Armate deve garantire che ogni informazione sia corretta. Inoltre, la religione è un’informazione che viene incisa solo su esplicita richiesta del militare, e in caso di missioni in aree particolarmente critiche, come zone di conflitto, la decisione di includere o meno questo dato può essere riservata.

La circolare conferma che, nonostante la sospensione della leva obbligatoria e la soppressione dei distretti militari, il piastrino rimane uno degli strumenti più importanti per la documentazione e l’identificazione dei militari in servizio. La sua funzione, oltre ad essere operativa, ha anche un forte valore simbolico, rappresentando un legame tra il militare e il suo paese, e un impegno verso la protezione dell’individuo.

Significato simbolico

Nel corso degli anni, il piastrino ha avuto diversi significati, ma rimane sempre un simbolo di riconoscimento e di onore. Esso non è solo un documento d’identità, ma un testimone della vita e del sacrificio di chi ha scelto di servire la propria nazione. La sua funzione primaria è quella di garantire l’identificazione in caso di incidente, ma nel contesto delle forze armate italiane, rappresenta anche un punto di orgoglio e un segno di rispetto per chi serve.

Il significato storico di questo oggetto risale a tempi lontani. Durante le guerre mondiali, il bisogno di identificare i soldati divenne sempre più urgente. I soldati italiani, così come quelli delle altre nazioni, iniziarono a portare con sé un piccolo pezzo di metallo che contenesse le informazioni personali essenziali. Questi piastrini venivano spesso utilizzati per identificare i caduti in battaglia e garantire che le loro famiglie potessero ottenere le informazioni necessarie in caso di morte. Il piastrino, dunque, rappresenta la memoria storica di un’epoca in cui ogni soldato doveva affrontare il rischio di non tornare mai a casa.

Nel contesto più moderno, l’importanza del piastrino non è cambiata. Sebbene le modalità di guerra siano mutate, e le tecnologie per l’identificazione dei soldati siano progredite, il piastrino rimane una parte insostituibile del corredo del militare. Esso si inserisce in un sistema di sicurezza che oggi include anche altre forme di identificazione, ma la sua semplicità e simbolismo sono ciò che lo rende un oggetto intramontabile.

Oltre alla funzione di identificazione, il piastrino di riconoscimento è diventato un emblema di coraggio e sacrificio, un testimone silenzioso dei milioni di soldati che hanno servito e che continuano a servire in tutto il mondo. La sua presenza attesta un impegno profondo verso la protezione e la sicurezza della propria nazione, anche a costo della vita.

La Circolare Ministeriale del 28 marzo 2025, confermando l’uso del piastrino come “completamento della documentazione matricolare”, sottolinea anche come la sua importanza vada oltre la funzione pratica. È un segno di identità, ma anche di rispetto, per chi ha dedicato la propria vita alla difesa del paese, confermando che, sebbene le tecnologie possano cambiare, certi simboli restano immutati.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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