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Approvate le missioni internazionali dell’Italia per il 2025: più fondi, più prontezza, più responsabilità globale

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Con l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, l’Italia conferma il proprio impegno militare e civile nei principali teatri internazionali anche per il 2025. Il provvedimento, sostenuto trasversalmente dalle forze di governo e da parte dell’opposizione, prevede una spesa complessiva di circa 1,5 miliardi di euro, destinata alla prosecuzione e all’ampliamento delle missioni italiane all’estero. Queste missioni hanno come obiettivo la tutela della pace, la cooperazione internazionale, il supporto umanitario e la protezione dei diritti umani.

Particolarmente rilevante, tra le novità introdotte, è la richiesta del Governo di costituire un contingente di forze ad alta e altissima prontezza operativa. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti nella recente storia italiana: un nucleo militare pronto a essere impiegato con procedura accelerata in caso di crisi o emergenze, previa autorizzazione del Parlamento e successiva deliberazione del Consiglio dei ministri. Questo contingente potrà anche essere impiegato nell’ambito delle Forze di reazione rapida della NATO (ARF), contribuendo così alla difesa collettiva dell’Alleanza Atlantica.

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, ha ribadito la necessità di disporre di uno strumento militare flessibile, credibile e reattivo: «Le nostre Forze Armate devono essere in grado di difendere l’Italia e la stabilità dello spazio euro-mediterraneo in ogni momento. È un dovere che ci impone il contesto geopolitico attuale».

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Missioni in Europa, Medio Oriente e Africa: tra deterrenza e formazione

L’Italia continuerà a svolgere un ruolo centrale all’interno della NATO e dell’Unione Europea, partecipando a numerose missioni multilaterali. Tra queste, l’EUMAM Ukraine – la missione europea di assistenza militare all’Ucraina – viene prorogata fino al 15 novembre 2026. L’Italia contribuirà attraverso l’organizzazione di moduli addestrativi sul proprio territorio, con l’obiettivo di rafforzare le capacità difensive ucraine a diversi livelli: da quello di base fino a quello avanzato e specialistico.

Parallelamente, nel contesto del Medio Oriente, viene prorogata la presenza italiana in Libano attraverso tre distinte missioni: UNIFIL (la forza di interposizione delle Nazioni Unite), MIBIL (la missione bilaterale di addestramento alle Forze Armate Libanesi) e MIADIT (a supporto delle forze di sicurezza palestinesi). Il contingente italiano potrà contare su un massimo di 1.650 unità, con un dispositivo che comprende anche 376 mezzi terrestri, 5 aerei e 1 nave.

In Africa occidentale, invece, l’Italia continuerà a sostenere le autorità del Niger e del Burkina Faso tramite la missione MISIN, particolarmente significativa in un’area colpita da instabilità politica e terrorismo jihadista. La missione, che ha formato oltre 9.000 unità delle forze locali dal 2018, sarà rafforzata nel 2025 da un contingente massimo di 550 militari italiani, con un fabbisogno finanziario previsto di oltre 75 milioni di euro.

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Nuove priorità strategiche: la prontezza operativa e la sicurezza interna

L’elemento più innovativo del piano 2025 riguarda la costituzione del contingente italiano a “prontezza elevata”, all’interno del dispositivo NATO delle Allied Reaction Forces (ARF). Secondo il piano approvato, l’Italia sarà in grado di mobilitare fino a 2.867 militari, supportati da 359 mezzi terrestri, 15 aerei e 4 navi, in caso di emergenze o crisi internazionali. Questa misura si inserisce in una strategia più ampia di rafforzamento della deterrenza e della capacità di reazione rapida sul fianco est dell’Alleanza Atlantica.

Oltre ai fronti internazionali, resta forte l’impegno delle Forze Armate italiane anche sul piano nazionale. L’operazione “Strade Sicure”, nata come risposta a un’emergenza temporanea, viene mantenuta per tutto il 2025 con un impiego di 6.800 militari, anche in vista di eventi di rilievo come il Giubileo e i grandi eventi sportivi. Il generale Portolano ha sottolineato la necessità di evolvere l’impiego verso forme più dinamiche, capaci di garantire maggiore efficacia con minori numeri, attraverso il pattugliamento mobile e il coordinamento con le Prefetture.

Non mancano, infine, voci critiche. L’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo ha segnalato la complessità crescente del quadro operativo e la necessità di maggiore trasparenza nella valutazione strategica delle missioni. Tuttavia, per l’Italia si conferma una scelta chiara: restare un attore protagonista della sicurezza internazionale, investendo risorse, capacità e personale nella difesa della pace e della stabilità globale.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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