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L’Italia raggiungerà il 2% del PIL in spesa militare già nel 2025

L’Italia raggiunge (finalmente) il 2% del PIL in spesa militare. - brigatafolgore.net

Dopo anni di rinvii e polemiche, l’Italia ha annunciato ufficialmente che nel 2025 spenderà il 2% del proprio PIL per la difesa. Una soglia simbolica, certo, ma che ha un peso politico enorme, soprattutto nei rapporti con la NATO e con gli Stati Uniti.

A comunicarlo è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in Parlamento, poche ore prima che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni volasse a Washington per incontrare Donald Trump. “Siamo pienamente consapevoli, anche alla luce delle tensioni attuali, della necessità di aumentare questa spesa nei prossimi anni”, ha dichiarato Giorgetti. E da Washington, Meloni ha voluto rimarcare: “L’Italia onora i suoi impegni. Siamo una nazione seria.”

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L’annuncio è arrivato lo stesso giorno dell’incontro tra Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Washington – © Ansa

Una scelta non condivisa da tutti

Dietro l’annuncio, tuttavia, si intravedono differenze di vedute che riflettono sensibilità diverse, all’interno del Parlamento e non solo. Non si tratta solo di una questione economica o tecnica, ma di un tema che tocca equilibri politici delicati e suscita un ampio dibattito, anche tra le forze che sostengono l’esecutivo.

Se da un lato la premier Meloni ha rilanciato con decisione l’impegno dell’Italia nella NATO, non tutta la maggioranza sembrava inizialmente compatta. Matteo Salvini aveva espresso in passato dubbi sull’aumento della spesa militare, ma negli ultimi giorni ha rivisto la sua posizione, dichiarando: “Difendere l’Italia e gli italiani sì, anche più del 2%”.

All’opposizione, il Movimento 5 Stelle continua a guidare la protesta contro l’aumento delle spese militari, facendone una battaglia politica di principio. Anche il Partito Democratico, seppur attraversato da sensibilità diverse al proprio interno, ha espresso forti perplessità, chiedendo che qualsiasi incremento venga discusso in Parlamento con serietà, trasparenza e attenzione alle priorità del Paese.

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Matteo Salvini, inizialmente contrario, ha ora espresso pieno sostegno agli investimenti nella difesa. Giuseppe Conte resta critico sull’aumento della spesa militare, mentre Elly Schlein invoca trasparenza e confronto parlamentare.

Eppure, la pressione internazionale ha avuto la meglio. L’Italia, storicamente tra i membri NATO che spendono meno in proporzione al PIL, non poteva più permettersi di restare indietro. Anche se il 2% resta ben lontano dal 5% invocato da Trump, o dal probabile nuovo obiettivo del 3% che l’Alleanza Atlantica presenterà a giugno.

Il costo della difesa: 8,7 miliardi in più

Nel 2024 l’Italia ha speso circa 29,18 miliardi di euro per la difesa, pari all’1,54% del PIL. Per raggiungere il 2%, servono circa 8,7 miliardi in più quest’anno, portando la spesa complessiva a quasi 38 miliardi. Un’impennata significativa, considerando che nel 2020 gli investimenti in armamenti si fermavano a 5,45 miliardi, contro i 9,31 miliardi dello scorso anno.

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Percentuale di spesa militare rispetto al PIL nei Paesi NATO – Fonte: NATO

Intanto, si guarda anche all’Europa. Bruxelles ha proposto un pacchetto di prestiti da 150 miliardi di euro per sostenere le spese militari dei Paesi membri, oltre alla possibilità di escludere fino all’1,5% del PIL di spesa per la difesa dal calcolo del deficit. Una “clausola di fuga” chiesta da anni da Roma, ma che ora, paradossalmente, il governo Meloni sembra intenzionato a non utilizzare.

Tra Washington e Bruxelles

Un’altra questione cruciale riguarda come verranno spesi questi miliardi di euro. Gli Stati Uniti, partner storici ma anche principali fornitori dell’Italia, spingono da tempo affinché Roma continui ad acquistare sistemi d’arma “Made in USA”. Solo lo scorso anno, il nostro Paese ha destinato circa 7 miliardi di euro all’acquisto di 25 nuovi caccia F-35, in aggiunta ai 90 già previsti, e ha investito in aerei Gulfstream specializzati in sorveglianza e guerra elettronica.

Eppure, l’Italia non è – e non deve essere – solo un acquirente. Il nostro Paese dispone di un’industria della difesa solida, innovativa e strategica, che rappresenta un patrimonio nazionale da proteggere e valorizzare. In prima linea c’è Leonardo S.p.A., autentica eccellenza italiana e riferimento riconosciuto a livello europeo e internazionale nei settori aerospaziale, difesa e sicurezza.

Attraverso Leonardo e le sue collaborazioni industriali, l’Italia è protagonista di progetti di primo piano: dall’assemblaggio dei nuovi carri armati in partnership con Rheinmetall, alla costruzione di navi militari ad alta tecnologia grazie a Fincantieri, fino all’adozione dei sistemi di difesa aerea SAMP-T, ottimizzati con il radar AESA Kronos realizzati dalla stessa Leonardo.

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L’elicottero da combattimento AW249 rappresenta una delle più recenti creazioni realizzate dall’azienda Leonardo. © Leonardo S.p.A.

Leonardo non è semplicemente un fornitore: è un motore di innovazione, occupazione altamente qualificata e autonomia strategica per il Paese. In un contesto in cui la pressione per acquistare tecnologia militare dall’estero è sempre più forte, sostenere l’industria italiana della difesa significa rafforzare la sicurezza e la sovranità dell’Italia stessa.

Proprio per questo, l’Unione Europea propone una strategia che potrebbe offrire un equilibrio virtuoso: destinare almeno due terzi dei fondi per la difesa a tecnologie europee. Una condizione che, se ben gestita, potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per valorizzare le eccellenze italiane e far crescere l’intera filiera industriale nazionale.

In bilico tra la spinta americana e le opportunità europee, l’Italia ha oggi la possibilità – e la responsabilità – di scegliere una via strategica che metta al centro le proprie competenze, le proprie aziende e il proprio interesse nazionale. Perché la difesa di un Paese passa anche dalla capacità di costruire, innovare e decidere con la testa e con il cuore dentro i propri confini.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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