Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Carmine Masiello, ha presentato alla Commissione Difesa della Camera le linee guida del suo incarico, evidenziando la necessità di una rivoluzione culturale nell’Esercito per affrontare le nuove sfide di sicurezza. Il contesto internazionale, segnato da conflitti come l’invasione russa dell’Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e l’instabilità nei Balcani e in Africa, impone un investimento in prontezza, efficienza e deterrenza.
Modernizzazione e giovani generazioni
Masiello ha sottolineato l’importanza di adattarsi alle guerre moderne, che combinano combattimenti tradizionali, tecnologia avanzata e guerra informativa. Per questo, serve una trasformazione culturale e un investimento nelle nuove generazioni, capaci di guidare il cambiamento e di rispondere alle rapide evoluzioni tecnologiche.
Tecnologia e procurement militare
Il generale ha ribadito che «l’Esercito o è tecnologico o non è», sottolineando la necessità di colmare il divario tecnologico con altri paesi e velocizzare le procedure per l’acquisizione di nuovi armamenti. Ha criticato la lentezza burocratica nell'introduzione di nuovi sistemi d’arma e ha proposto di snellire il procurement militare, utilizzando deroghe previste dal Codice degli Appalti.
Incremento del personale e richieste NATO
Masiello ha evidenziato che, nonostante l’incremento di 3.700 unità previsto dalle recenti normative, il numero totale di soldati (93.100 entro il 2033) resta insufficiente per rispondere alle esigenze operative e ai requisiti della NATO. Ha stimato che per allinearsi agli obiettivi dell’Alleanza Atlantica servirebbero tra 133.000 e 138.000 soldati, e ha proposto la creazione di un bacino di riserva per aumentare la capacità di mobilitazione.
Impegno internazionale e operazioni sul territorio
Attualmente, l’Esercito italiano impiega oltre 4.200 soldati all’estero in 22 missioni e ha 12.000 unità pronte all’impiego per il 2025. Inoltre, circa 6.635 soldati sono impegnati nell’operazione Strade Sicure. Tuttavia, il generale ha sottolineato che l’alto impiego del personale ha ridotto i tempi di recupero, suggerendo una revisione dell’operazione Strade Sicure e la monetizzazione dei periodi di riposo non fruiti.
Conclusione
Masiello ha ribadito che, di fronte alle attuali sfide globali, l’Italia deve rafforzare la propria capacità di deterrenza, migliorando l’addestramento, aumentando le risorse e adeguando la struttura dell’Esercito per garantire la sicurezza del Paese.