La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un imponente pacchetto di aiuti militari per un totale di 95 miliardi di dollari, destinati principalmente all'Ucraina, Israele e Taiwan, segnando una mossa significativa dopo un periodo di stallo. Il provvedimento, denominato "Ukraine Security Supplemental Appropriations Act", prevede un supporto di 60,8 miliardi di dollari all'Ucraina e ha ottenuto un'ampia approvazione con 311 voti a favore e 112 contrari.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso profonda gratitudine per questa decisione, la quale, secondo il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, aumenta la sicurezza non solo in Europa ma anche in Nord America. La Camera ha festeggiato l'approvazione con un simbolico sventolio di bandiere ucraine, a testimoniare il sostegno bipartisan ottenuto, nonostante l'opposizione di frange estreme come quella guidata dalla deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene.
Del pacchetto per l'Ucraina, 23 miliardi di dollari rimarranno negli Stati Uniti per riapprovvigionare gli arsenali, mentre 7,8 miliardi saranno destinati direttamente all'Ucraina sotto forma di prestiti cancellabili. Il Pentagono ha annunciato che i primi aiuti militari potrebbero raggiungere Kiev già nella prossima settimana, includendo munizioni e sistemi di difesa aerea avanzati.
Parallelamente, la Camera ha approvato 26 miliardi di dollari di aiuti a Israele, con una parte significativa destinata ai sistemi di difesa aerea come Iron Dome e Iron Beam, e 9 miliardi per aiuti umanitari a Gaza. Altri 8 miliardi di dollari sono stati destinati a Taiwan e alla regione dell'Indo-Pacifico, rafforzando la politica americana contro l'influenza crescente della Cina.
Questa decisione arriva in un momento cruciale, con l'escalation del conflitto in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente tra Israele e Iran. La mossa della Camera, che ha diviso il pacchetto di aiuti in quattro distinti progetti di legge, ha permesso di gestire le diverse sensibilità all'interno del Congresso, dimostrando la capacità di superare divisioni interne per promuovere gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Il presidente Joe Biden ha lodato il voto, sottolineando come esso invii "un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale", confermando l'impegno degli USA nel sostenere i suoi alleati e riflettendo l'importanza strategica di questi aiuti in un contesto globale complesso.
La reazione di Mosca non si è fatta attendere, con la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha criticato duramente gli aiuti, prevedendo un esito negativo per gli sforzi americani e paragonandoli ai fallimenti in Vietnam e Afghanistan.
La questione rimane altamente polarizzata, con implicazioni profonde non solo per i paesi riceventi ma anche per la dinamica politica interna americana, specie in un periodo di campagna elettorale. Gli aiuti sono visti come un investimento cruciale per stabilizzare regioni strategiche e sostenere alleati chiave, riflettendo il ruolo degli Stati Uniti come pilastro della sicurezza globale.