La Visione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito

Negli ultimi anni, il panorama internazionale è profondamente mutato. Le regole della convivenza pacifica sembrano ormai un ricordo lontano e l’Italia, come il resto del mondo, si trova ad affrontare scenari di guerra che fino a poco tempo fa sembravano confinati a realtà remote. Non è più il tempo di dare per scontata la pace: “Nulla è scontato e nulla è per sempre”, ammonisce il Gen. Masiello nel documento “Visione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito”.
L’Esercito Italiano verso il Futuro – Il Nuovo Contesto di Sicurezza.
L’analisi parte da una presa di coscienza: siamo immersi in un “confronto ibrido”, dove il campo di battaglia non è solo fisico, ma si estende al dominio informativo, cyber ed economico. Le crisi globali, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, ci mostrano un ritorno alla guerra di posizione, con trincee, campi minati e artiglieria, ma anche un’inedita combinazione di droni, missili ipersonici, cyber attacchi e operazioni nello spazio.

In questo scenario altamente competitivo e pericoloso, il documento ribadisce la necessità di un approccio strategico differente. L’Esercito si trova all’interno di una rivoluzione militare fondata su tecnologia e digitalizzazione, fattori chiave per affrontare le sfide attuali. L’intelligenza artificiale, lo spazio, il dominio cibernetico e la gestione delle informazioni sono ormai elementi centrali nelle nuove dottrine di impiego.
La trasformazione in atto non è soltanto tecnologica. Si tratta di un cambio di mentalità, che impone scelte coraggiose e strategiche per mantenere la capacità di reagire prontamente alle minacce. Non è facile, ammette il Gen. Masiello, ma è indispensabile. Un Esercito preparato alla guerra è un Esercito capace di adattarsi velocemente anche alla pace e a qualsiasi altro scenario.

I Tre Assi Portanti dell’Esercito Italiano: Tecnologia, Addestramento e Valori
Nel piano di sviluppo strategico tracciato dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano per i prossimi anni, emergono con chiarezza i tre assi portanti su cui costruire la Forza Armata del futuro: tecnologia, addestramento e valori. Si tratta di pilastri complementari e inscindibili, capaci di rendere l’Esercito all’altezza delle nuove sfide globali, in un contesto operativo sempre più complesso e multidimensionale.
Tecnologia: il Collante della Modernità Operativa
Oggi, più che mai, tecnologia significa guardare al futuro. L’Esercito Italiano è chiamato ad abbandonare l’immagine tradizionale di forza armata “di scarponi e zaini”, per abbracciare una visione fortemente tecnologica. L’utilizzo massiccio di droni, capacità cyber, sistemi di sorveglianza satellitare e guerra elettronica non è più un’opzione, ma una necessità operativa.
Come sottolineato nel documento, “oggi, a parità di altri fattori, vince chi ha la superiorità tecnologica”. Ciò richiede una piena integrazione delle attività nel dominio cibernetico e nello spettro elettromagnetico, al fine di proteggere le unità sul campo e sviluppare quella “bolla tattica” capace di garantire superiorità e sicurezza nelle operazioni ad alta intensità.

Addestramento: La Preparazione è la Prima Difesa
Accanto alla tecnologia, l’addestramento rimane il cuore pulsante dell’efficienza operativa. L’Esercito non nasce per la burocrazia, ma per essere pronto a difendere la Patria, in nome dei valori di pace, giustizia e libertà. L’addestramento è la garanzia che il soldato sappia fare il proprio dovere, in ogni condizione e in ogni contesto.
Come ben espresso nel documento, “addestramento è sicurezza, è garanzia di rispondere quando la Nazione chiama”. La preparazione fisica, la disciplina e la capacità di gestire situazioni estreme sono la vera polizza assicurativa che ogni soldato porta con sé. Addestrarsi vuol dire essere pronti ad affrontare la fatica, la scarsità di risorse e le condizioni ambientali più difficili, senza mai perdere di vista l’obiettivo.

Valori: La Radice Profonda dell’Istituzione Militare
Cambia la guerra, cambiano le armi, ma non cambiano i valori che muovono le donne e gli uomini dell’Esercito. Sono i valori che rappresentano il collante dell’Istituzione, il motore etico che sostiene ogni azione e ogni scelta sul campo. La Patria, la disciplina, l’onore, lo spirito di sacrificio, l’obbedienza, il coraggio, la lealtà e il senso del dovere e di appartenenza sono i pilastri su cui si fonda la vita militare.
Questi principi non dipendono dal variare delle stagioni storiche, ma costituiscono le vestigia del grande passato dell’Esercito e la base solida su cui costruire il futuro. Indossare l’uniforme significa prestare giuramento di fedeltà al Tricolore, un impegno che si onora fino al sacrificio estremo, se necessario. Sono i valori a fare la differenza tra un’organizzazione e un’Istituzione.
Come ricordato nelle parole del documento, “se vuoi una cosa devi lottare: nella vita non ci sono scorciatoie ma contano l’impegno e il lavoro”.

Serve un Esercito che si Trasforma: Giovane, Sburocratizzato e Aperto al Cambiamento
L’Esercito del futuro deve essere un Esercito di tutti, in cui ciascuno si senta parte attiva del cambiamento. È necessario che ogni singolo militare, a ogni livello, possa e debba suggerire soluzioni e proposte alternative, senza temere il rischio di sbagliare. L’errore, se mosso da buona fede e spirito di iniziativa, è considerato parte integrante del processo di crescita, mentre va contrastata ogni forma di inerzia o immobilismo.
Fondamentale è puntare sui giovani, coloro che portano nuove idee, visioni fresche e una naturale predisposizione all’utilizzo delle tecnologie più avanzate. Da loro ci si aspetta la capacità di innovare e di farsi interpreti del necessario travaso di conoscenze tra mondo militare e società civile. Al tempo stesso, occorre sburocratizzare i processi: la burocrazia è percepita come un ostacolo al dinamismo e alla capacità di adattamento. Gli stessi Comandanti, soprattutto ai livelli più bassi, devono essere liberati dai vincoli di procedure complesse per concentrarsi sull’efficacia operativa.
La Formazione: Cuore dell’Innovazione e della Continuità
In un momento storico segnato da crisi e incertezze, la formazione diventa lo strumento centrale per garantire la continuità e la crescita dell’Esercito. Investire nelle menti significa superare le difficoltà, dotandosi di una visione chiara e lungimirante. La formazione è la linfa che alimenta l’innovazione e mantiene alto il livello culturale e professionale della Forza Armata.
Occorre una formazione continua e mai statica, capace di plasmare soldati e comandanti pronti a misurarsi con le sfide della contemporaneità. Soldati motivati, proattivi, pragmatici, capaci di affrontare fatiche e sacrifici con senso di appartenenza e fedeltà all’Istituzione. Comandanti che sappiano stabilire standard elevati e osare, senza temere il cambiamento.
Le sfide si vincono con l’evoluzione continua, e la formazione deve essere adeguata all’evoluzione dei tempi. Serve un Esercito in cui nessuno cerchi scorciatoie, ma si metta sempre in gioco, con coraggio e determinazione.

Staff e Comando: Servizio e Visione al Centro
Gli staff non sono più meri organi di supporto, ma devono porsi al servizio dell’Istituzione, facilitando il lavoro dei Comandanti. Serve un approccio proattivo e creativo, capace di ricercare soluzioni ai problemi e di offrire opzioni operative chiare ed efficaci. Più alto è il livello dello staff, maggiore è la responsabilità verso i livelli dipendenti: non c’è spazio per la mediocrità, ma per risultati concreti e misurabili.
Il comando, a ogni livello, è definito come un dovere di servizio. Un Comandante non è tale se non ha saputo prima essere un soldato. Deve essere capace di dare l’esempio, di condividere scopi e passioni, e di creare coesione e consenso attorno all’Istituzione. L’esempio è la forma più alta di insegnamento, perché l’azione è più forte dei principi e dei valori enunciati.
L’Esercito ha bisogno di Comandanti coraggiosi, capaci di decidere e di assumersi la responsabilità delle proprie scelte. La meritocrazia è il principio cardine: non tutti possono diventare Comandanti, ma tutti devono poter ambire a esserlo attraverso la dimostrazione concreta delle proprie capacità. L’Istituzione ha bisogno di leader e di staff con visione, in grado di guidare l’Esercito nel futuro.
Conclusione
La Visione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito per i prossimi tre anni definisce una trasformazione profonda e necessaria, fondata su valori incrollabili, formazione continua, innovazione tecnologica, leadership responsabile e sburocratizzazione dei processi.
Un Esercito così strutturato è pronto ad affrontare le sfide della modernità, difendendo la Repubblica e i suoi cittadini, e mantenendo viva la memoria di chi ha dato tutto per la Patria.
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.