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Il Pentagono accelera la corsa ai droni: innovazione in 24 ore come in Ucraina

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Il Pentagono lancia un programma ambizioso per rivoluzionare il modo in cui gli Stati Uniti progettano, testano e impiegano i droni militari. Si chiama Project GI, è stato avviato lunedì dalla Defense Innovation Unit (DIU) e punta a replicare la velocità e la flessibilità con cui l’Ucraina sta adattando e migliorando i propri droni nel pieno del conflitto con la Russia.

Un ciclo continuo di innovazione sul campo

A differenza dei tradizionali bandi militari, spesso vincolati da rigide finestre temporali, Project GI accetta proposte su base continuativa fino al 31 dicembre. L’obiettivo è ambizioso: creare un ciclo perpetuo che parta dal feedback diretto dei soldati al fronte per arrivare rapidamente alla modifica o progettazione di nuovi droni.

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Il modello è chiaro: l’Ucraina, sotto la pressione dell’uso aggressivo della guerra elettronica da parte russa, ha imparato ad adattarsi in tempi strettissimi, rendendo obsoleti i lunghi processi burocratici che caratterizzano il Dipartimento della Difesa statunitense.

La lentezza del Pentagono: un ostacolo da superare

Secondo Trent Emeneker, responsabile del programma Blue UAS alla DIU, il Dipartimento della Difesa ha già da tempo riconosciuto l’urgenza di innovare, soprattutto dopo le operazioni del 2017 contro l’ISIS in Siria e Iraq. Ma, come ha sottolineato in un’intervista, i cambiamenti finora sono stati più burocratici che operativi.

“Anche gli sforzi ‘accelerati’ impiegano anni,” ha spiegato Emeneker. “Cinque anni per iniziare a lavorare a un prototipo è considerato veloce. Non stiamo parlando di consegna, ma solo di prototipo.”

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Il vantaggio degli avversari

L’esperienza ucraina dimostra come, oggi, la guerra moderna si giochi anche nella rapidità di adattamento tecnologico. Gli attori non statali, o gli eserciti più agili, possono modificare le proprie tattiche e i propri strumenti molto più rapidamente dei grandi apparati occidentali. E questo rappresenta una sfida cruciale in un contesto come l’Indo-Pacifico, dove un eventuale futuro conflitto richiederà la stessa velocità di reazione vista in Ucraina.

Per questo, Emeneker insiste sull’importanza di creare un legame diretto tra chi costruisce i droni e chi li utilizza al fronte, bypassando la figura dei tradizionali ufficiali contrattuali. Un esempio concreto è quello di alcune aziende americane che operano fianco a fianco con i militari ucraini, raccogliendo feedback direttamente a pochi chilometri dal fronte.

Il caso Shield AI: adattamento in 24 ore

Una delle aziende più coinvolte è Shield AI, fondata da Brandon Tseng, ex Navy SEAL. Tseng ha raccontato che l’azienda ha squadre operative in Ucraina 24 ore su 24, capaci di trasmettere in tempo reale i problemi agli ingegneri negli Stati Uniti.

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In un caso specifico, ad agosto 2024, l’Ucraina ha dovuto affrontare pesanti disturbi GPS da parte della Russia, che impedivano di colpire efficacemente i missili avversari. Il team in Ucraina ha comunicato il problema, gli ingegneri americani hanno sviluppato una soluzione durante la notte, l’hanno testata negli Stati Uniti il giorno dopo e l’hanno inviata immediatamente al fronte: entro 24 ore, la nuova versione del software era già operativa sul campo.

Innovazione continua e supply chain autonoma

Secondo Emeneker, l’obiettivo di Project GI è ridurre i tempi di sviluppo di nuovi prototipi da anni a pochi mesi per l’hardware, e anche meno per gli aggiornamenti software. “Vogliamo iniziare a risolvere i problemi entro 24 ore,” ha dichiarato.

Tuttavia, ha sottolineato anche un importante limite: la dipendenza statunitense dalla Cina per componenti chiave della filiera produttiva dei droni, come magneti, lenti e attuatori. Questo vincolo rappresenta un ostacolo strategico per la produzione su larga scala.

Secondo le stime di Emeneker, anche impegnandosi immediatamente in una politica di reshoring industriale, ci vorrebbero almeno sei mesi per vedere miglioramenti tangibili nella capacità produttiva, 12 mesi per una produzione stabile e 15 mesi per una crescita esponenziale delle consegne.

Con Project GI, il Pentagono punta a cambiare radicalmente paradigma: passare da un sistema industriale rigido e lento a una rete flessibile, reattiva e integrata con chi combatte sul terreno. L’esempio ucraino mostra che è possibile. La sfida americana ora sarà replicare quella velocità non solo in laboratorio, ma su larga scala e in modo sostenibile

brigatafolgore.net

Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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