#Nazionali

Le Sfide Convergenti dell’Esercito Italiano e Britannico

La Strategic Defence Review britannica e il parallelo italiano: le sfide convergenti per l’Esercito - brigatafolgore.net

La recente Strategic Defence Review (SDR) del Regno Unito, pubblicata a giugno 2025, definisce una trasformazione profonda della struttura e del ruolo dell’Esercito britannico, nel contesto di un rinnovato impegno NATO. Tuttavia, molte delle criticità e delle sfide evidenziate dal documento trovano un riscontro diretto anche nella situazione attuale dell’Esercito Italiano, chiamato ad affrontare dinamiche del tutto analoghe, sia in termini operativi che di capacità industriale e organizzativa.

NATO: tra ARRC e NRDC-IT, il parallelismo dei comandi multinazionali

Nel quadro della ristrutturazione NATO, il Regno Unito conferma il proprio ruolo centrale all’interno dell’Alleanza, attraverso il comando dell’Allied Rapid Reaction Corps (ARRC), pronto a fornire due divisioni schierabili in tempi rapidi. Allo stesso modo, l’Italia svolge una funzione altrettanto strategica grazie al comando del NATO Rapid Deployable Corps – Italy (NRDC-IT), con sede a Solbiate Olona, che costituisce una delle principali forze multinazionali di prontezza operativa della NATO sul fianco sud-orientale.

In parallelo ai comandi divisionali britannici (3ª Divisione corazzata e 1ª Divisione leggera), l’Italia mantiene operative due divisioni di riferimento: la Divisione “Vittorio Veneto” e la Divisione “Acqui”, quali aliquote di Comabattimento. Tuttavia, proprio come per Londra, il pieno impiego di queste formazioni sarebbe reso complesso dall’attuale livello di prontezza, carenza di organici giovani e soprattutto dai limiti nei mezzi e nell’addestramento.

Golden Lion 2025: La Divisione Vittorio Veneto Si Prepara per l’Impegno NATO - brigatafolgore.net
Golden Lion 2025: La Divisione Vittorio Veneto Si Prepara per l’Impegno NATO – brigatafolgore.net

Il grande nodo tecnologico: migliaia di droni e la dottrina da riscrivere

La SDR britannica individua in maniera netta il futuro della guerra terrestre: un modello “20-40-40”, in cui la massa di combattimento viene progressivamente trasferita su piattaforme autonome e munizionamenti intelligenti. È lo stesso scenario verso cui dovrebbe tendere anche l’Esercito Italiano, oggi ancora largamente basato su piattaforme tradizionali con limitata presenza di capacità unmanned.

Serviranno migliaia di droni di vari modelli e impiego, dai micro-UAV da ricognizione tattica, ai sistemi kamikaze a bassa quota, ai droni da sorveglianza strategica, fino a sciami automatizzati e sistemi antidrone. Tuttavia, questa transizione tecnologica richiederà un profondo ripensamento dottrinale e organizzativo, con lo sviluppo di una nuova dottrina italiana della guerra terrestre multidominio, oggi ancora assente o limitata a pochi studi concettuali.

Ukraina, obiettivo 2025: 4,5 M di Droni - brigatafolgore.net
Obiettivo 2025: 4,5 M di Droni – Ucraina lancia Brave 1 per la collaborazione Industriale. – brigatafolgore.net

L’esperienza ucraina offre un modello di riferimento concreto: Kiev ha saputo in pochi anni attivare un’intera industria bellica nazionale distribuita, capace di produrre droni, munizionamenti, veicoli, sistemi di comando e software per la gestione integrata del campo di battaglia. L’Italia, in forte ritardo in questo campo, deve urgentemente avviare un grande piano industriale per la difesa, valorizzando il comparto nazionale e ponendo l’accento sulle PMI tecnologiche, in stretta collaborazione pubblico-privato.

Il grave problema demografico dell’Esercito italiano

Mentre il Regno Unito mantiene una forza attiva di circa 73.000 regolari e 27.000 riservisti, l’Esercito Italiano sconta oggi un altro gravissimo problema: l’invecchiamento strutturale del personale. L’età media si avvicina ormai pericolosamente ai 45 anni, con conseguenze dirette sull’efficienza fisica, sulla capacità di sostenere operazioni prolungate e su quella di assorbire rapidamente nuove tecnologie complesse. La mancanza di un turn-over costante di giovani volontari e ufficiali, unita al blocco assunzionale degli ultimi anni, rischia di compromettere la proiezione operativa per i prossimi decenni.

Leva militare obbligatoria: utile ancora oggi? - brigatafolgore.net
Leva militare obbligatoria: utile ancora oggi? – brigatafolgore.net

Questo dato anagrafico, aggravato da carriere lunghissime e scarsissima mobilità interna, rende ancora più urgente una riforma del modello professionale dell’Esercito, con particolare attenzione alla creazione di corpi tecnici altamente specializzati nelle nuove funzioni digitali, cibernetiche, ISR e per l’impiego dei sistemi autonomi.

Addestramento sotto assedio: la battaglia dei poligoni

Come già evidenziato per il Regno Unito con il caso del Salisbury Plain, anche l’Italia vive una fase di assedio sistematico ai poligoni addestrativi, sempre più sotto pressione per effetto di comitati locali, vincoli ambientali e opposizioni politiche trasversali. Strutture come Capo Teulada, Monte Romano, Torre Veneri o Persano operano ormai sotto forti limitazioni, riducendo di fatto la possibilità di esercitazioni realistiche su vasta scala.

A questo quadro si somma il cronico sottoutilizzo di capacità fondamentali come:

  • esercitazioni manovrate interforze di divisione/corpo d’armata;
  • fuochi di artiglieria a lunga gittata;
  • simulazioni di guerra elettronica ed effetto dominio-cyber;
  • mobilitazione logistica completa (trasporto mezzi, rifornimenti, personale).
Folgore in prima linea: sinergia con la 46ª Brigata Aerea per la prontezza operativa - brigatafolgore.net
Folgore in prima linea: sinergia con la 46ª Brigata Aerea per la prontezza operativa – brigatafolgore.net

La soluzione, come sottolinea la stessa SDR britannica, non può che passare attraverso un massiccio ricorso a sistemi di addestramento virtuale integrato, basati su intelligenza artificiale, simulatori immersivi e reti digitali multidominio. Solo così sarà possibile superare i limiti ambientali e mantenere alta la prontezza.

La sfida industriale e finanziaria comune

Tanto per il Regno Unito quanto per l’Italia il nodo finale resta quello delle risorse. Londra fatica a mantenere le ambiziose promesse della SDR nonostante un budget già al 2,5% del PIL. L’Italia, con un budget difesa giunto a “fatica” al 2% del PIL, appare ancora più esposta al rischio che i progetti di modernizzazione vengano rallentati o diluiti.

Il confronto con gli investimenti britannici impressiona:

  • oltre 130 miliardi di sterline per il rinnovo nucleare (progetto Astraea);
  • oltre 12 miliardi per i nuovi sottomarini SSN-AUKUS;
  • oltre 6 miliardi per la ricostituzione delle scorte munizionamento.

L’Italia non dispone oggi di una pianificazione decennale simile, e il Programma Pluriennale di Riammodernamento procede per singoli capitoli, spesso non coordinati fra loro.

Conclusione: un bivio storico per l’Esercito Italiano

Le sfide descritte nella Strategic Defence Review britannica, lette in chiave italiana, mostrano quanto i problemi strutturali dell’Esercito Italiano siano oggi ancora più delicati e urgenti: personale anziano, mezzi datati, capacità ISR insufficienti, ritardo industriale e poligoni sotto attacco.

Serve una visione strategica di lungo periodo che integri modernizzazione tecnologica, riforma dottrinale, rilancio industriale e una nuova architettura professionale del personale. Solo così il nostro Paese potrà garantire il proprio ruolo di nazione guida all’interno dell’Alleanza Atlantica.

brigatafolgore.net

Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

Le Sfide Convergenti  dell’Esercito Italiano e Britannico

Teulié, onore e futuro: i 100 giorni

Sottoscrivi
Notificami
guest
0 Commenti
Meno recenti
Più recenti Più votati
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti
0
Lascia un commento su questo articolox