L’evoluzione dei droni in Ucraina: dalla linea del fronte all’Operazione Pavutyna

L’impiego massiccio di sistemi senza pilota da parte dell’Ucraina segna una svolta epocale nella condotta delle operazioni militari contemporanee. I droni – nelle loro varianti aeree, navali e terrestri – non sono più strumenti accessori, ma il cuore pulsante della nuova dottrina di guerra. La recente Operazione Pavutyna, condotta in profondità nel territorio russo il 1° giugno 2025, rappresenta il culmine di una trasformazione iniziata all’alba dell’invasione russa e oggi pienamente dispiegata nel teatro strategico euroasiatico.
Produzione e capacità operativa in espansione
L’operazione Pavutyna è solo il punto più alto – finora – di una crescita industriale e tecnologica impressionante. Nel 2025 l’Ucraina prevede di produrre 30.000 droni a lungo raggio, e solo nei primi mesi dell’anno sono stati consegnati oltre 200.000 UAV al mese alle forze armate. Le capacità spaziano dai droni da ricognizione ai velivoli d’attacco FPV, fino a sistemi navali e terrestri autonomi.
Il successo dell’attacco dimostra anche la maturità raggiunta dal comparto UAV ucraino, dove oltre 500 aziende operano nel settore, con più di 240 progetti certificati dal Ministero della Difesa. Il conflitto ha compresso drasticamente i cicli di sviluppo: un drone può essere progettato, testato e inviato in missione in poche settimane.

Capacità strategiche e profondità operativa
Nel corso del 2024, l’Ucraina ha raggiunto una svolta qualitativa: i droni sono stati utilizzati con successo in 377 attacchi su territorio russo, colpendo obiettivi militari e infrastrutture strategiche come raffinerie, aeroporti e industrie della difesa, anche a distanze superiori a 1.500 km. Esemplare l’attacco alla base navale russa a Kaspiysk, nella Flottiglia del Caspio, avvenuto il 6 novembre 2024.
I nuovi modelli, come il Liutyi (capace di oltre 1.000 km di autonomia) e il Rubaka (drone esca), vengono spesso impiegati in tandem per saturare le difese aeree russe. L’efficacia di queste operazioni ha avuto impatti economici rilevanti: la capacità di raffinazione del petrolio in Russia è crollata ai livelli più bassi degli ultimi 12 anni.
Il portafoglio di UAV ucraini è in rapida evoluzione. Alcuni modelli iconici includono:
- Leleka-100 (Deviro): resistente alla guerra elettronica, fino a 4 ore di volo;
- Shark e Shark-M (Ukrspecsystems): fino a 420 km di raggio e 7 ore di autonomia;
- PD-2: capace di portare esplosivo e svolgere ricognizione;
- Valkyrie: modello stealth per ricognizione tattica;
- Bober (UKRJET): usato in attacchi a Mosca e raffinerie russe;
- Conversioni UAV da aerei leggeri civili come l’A-22 Foxbat, con carichi fino a 250 kg.
Un tratto distintivo del modello ucraino è la possibilità di testare in tempo reale i nuovi droni sul campo di battaglia e aggiornarli in tempi rapidissimi. Il ciclo di certificazione, oggi, può durare meno di un mese.
FPV, droni intercettori e UGV: nuove frontiere
Nel 2025 cresce anche l’uso di droni intercettori: modelli capaci di colpire UAV russi in volo con velocità fino a 280-300 km/h, equipaggiati con sistemi di targeting automatico basati su visione artificiale. In certi casi, metodi rudimentali – come bastoni lanciati sulle eliche – si rivelano comunque efficaci e molto più economici rispetto ai missili antiaerei.
Sotto il profilo terrestre, l’Ucraina punta a espandere i veicoli terrestri senza pilota (UGV) per compiti di rifornimento, evacuazione medica, bonifica mine e supporto armato. Già nel novembre 2024 sono stati testati 100 UGV in collaborazione con la piattaforma tecnologica Brave1.

Una dottrina in trasformazione
Il conflitto in Ucraina dimostra che i sistemi unmanned non sono più un supporto secondario ma un pilastro della strategia militare moderna. La velocità con cui emergono contromisure rende obsoleti molti sistemi nel giro di pochi mesi: chi sa adattarsi rapidamente e innovare tecnologicamente acquisisce un vantaggio decisivo.
I prossimi sviluppi includeranno:
- Maggiore autonomia e durata dei droni;
- Integrazione dell’intelligenza artificiale;
- Comunicazioni più sicure e resistenti alla guerra elettronica;
- Interoperabilità tra piattaforme aeree, terrestri e navali;
- Crescente coinvolgimento di partner tecnologici internazionali.
Conclusioni
L’Ucraina è oggi all’avanguardia nello sviluppo e nell’impiego bellico dei droni. In uno scenario dove i cicli tecnologici si accorciano e le minacce si evolvono di giorno in giorno, l’esperienza ucraina rappresenta un modello ibrido di innovazione civile-militare, con implicazioni globali.
L’impiego massiccio e sofisticato di sistemi senza pilota sarà destinato a crescere anche dopo la guerra, entrando stabilmente nelle dottrine militari delle potenze globali, come elemento chiave della superiorità decisionale e operativa sul campo di battaglia del XXI.
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.