Difesa: l’Italia punta sui riservisti per rafforzare la sicurezza nazionale

L’8 luglio 2025 si aprirà in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati la discussione su un’importante riforma del sistema militare italiano: l’istituzione di una riserva militare volontaria. Il progetto, promosso dal centrodestra ma aperto al confronto con l’opposizione, nasce dalla crescente consapevolezza delle sfide poste dal contesto internazionale, in particolare la guerra in Ucraina e l’instabilità in Medio Oriente.

La proposta più avanzata è quella presentata da Nino Minardo, presidente leghista della Commissione Difesa, con la proposta di legge n. 1702, affiancata da un’iniziativa simile a firma di Stefano Graziano (PD). L’obiettivo comune è creare un bacino di 10.000 riservisti da impiegare in casi di urgenza, come guerre, crisi internazionali o dichiarazioni di stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri.
La novità non è del tutto inedita: già il precedente governo aveva approvato una legge delega sul tema, poi rimasta inattuata. Ora si punta a un testo unico, condiviso tra maggioranza e opposizione, capace di colmare un vuoto normativo e operativo nel sistema di difesa nazionale.
Chi potrà candidarsi e come funzionerà il sistema dei riservisti
Secondo quanto previsto dal testo Minardo, la riserva militare sarà composta da cittadini italiani già congedati che abbiano prestato servizio nelle Forze armate come volontari in ferma triennale (VFT) o volontari in ferma iniziale (VFI). La partecipazione sarà su base volontaria, con un impegno iniziale di cinque anni, rinnovabili.
I riservisti non saranno semplici “ex militari in lista”: dovranno garantire la reperibilità, sottoporsi ogni anno a controlli psicofisici, e frequentare corsi di addestramento e aggiornamento di almeno due settimane all’anno. L’obiettivo è mantenere una forza preparata, addestrata e rapidamente mobilitabile.

Il sistema si ispira al modello austriaco, dove i riservisti sono obbligati a 30 giorni di addestramento annuale per cinque anni, con un compenso annuo di circa 6.000 euro. In Italia si ipotizza una cifra analoga, utile come incentivo economico e simbolico per attrarre ex militari in congedo.
Un punto particolarmente importante riguarda i diritti lavorativi dei riservisti: il posto di lavoro sarà garantito per chi viene richiamato, che sarà reintegrato, per quanto possibile, nell’arma e nel ruolo ricoperto in precedenza. Una tutela fondamentale per chi decide di offrire nuovamente il proprio servizio allo Stato.
Difesa, sicurezza e cittadinanza: implicazioni e prospettive del progetto
Il progetto di una riserva militare rappresenta un passo strategico verso un modello di difesa più flessibile e resiliente, già adottato in diverse democrazie europee come Spagna, Francia, Germania, Svizzera e Regno Unito. In un mondo sempre più instabile, caratterizzato da minacce ibride, emergenze ambientali e crisi geopolitiche, avere a disposizione un contingente formato, affidabile e immediatamente richiamabile diventa una necessità strutturale.

Attualmente, le Forze Armate italiane contano circa 100.000 militari professionisti, con una percentuale di under 30 che non supera un terzo del totale. Questo dato, unito alla necessità di contenere i costi della difesa e valorizzare le competenze già acquisite, rende la riserva militare uno strumento particolarmente interessante.
In caso di mobilitazione, i riservisti potranno essere richiamati per periodi trimestrali, rinnovabili fino alla cessazione dell’emergenza. Non si tratta dunque di un intervento occasionale, ma di un vero e proprio elemento integrato nella struttura della difesa nazionale.
Oltre agli aspetti militari e organizzativi, questa proposta rappresenta anche un’opportunità preziosa sul piano civico e culturale. Istituire una riserva militare volontaria significa rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni, valorizzando l’esperienza di chi ha già servito il Paese e offrendo loro un nuovo spazio di impegno attivo. È un modo concreto per costruire una difesa più partecipata, moderna e vicina alla società.
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
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