La visione audace del First Sea Lord: la Royal Navy verso la guerra del futuro

Londra – Il Capo della Royal Navy, Generale Sir Gwyn Jenkins, ha tracciato la rotta per trasformare radicalmente la Forza Marittima britannica, puntando su innovazione tecnologica, autonomia operativa e prontezza bellica entro i prossimi quattro anni.
“Uncrewed wherever possible”
Nel suo primo discorso pubblico come First Sea Lord, Jenkins ha presentato un principio guida semplice ma dirompente: "uncrewed wherever possible; crewed only where necessary". Una formula destinata a ridisegnare le operazioni navali, riducendo il ricorso a equipaggi umani e ampliando l’impiego di sistemi autonomi.
Il progetto prevede lo sviluppo di wing aeree ibride sulle portaerei classe Queen Elizabeth, capaci di integrare caccia, elicotteri e droni. Entro l’anno prossimo, la Royal Navy mira a lanciare il primo drone a reazione da una portaerei, consolidando il ruolo del Regno Unito come apripista nella NATO per le nuove forme di guerra marittima.

Atlantic Bastion e flotte ibride
Tra i punti cardine della visione di Jenkins c’è la creazione del concetto Atlantic Bastion: gruppi di scorta senza equipaggio, integrati con i nuovi sottomarini e le fregate Type 26, in grado di operare in autonomia nell’Atlantico settentrionale. Queste unità saranno pronte a individuare, tracciare e ingaggiare eventuali minacce, affiancando le navi con equipaggio.
“Non è fantascienza”, ha ribadito Jenkins. “Il mio obiettivo è avere la prima scorta navale senza equipaggio a fianco delle nostre unità entro due anni.”
Un piano ambizioso che si inserisce in una strategia di lungo periodo: costruire una Royal Navy ibrida, composta da piattaforme con e senza equipaggio, connesse digitalmente e capaci di ridefinire la potenza marittima su più domini – sopra, sotto e dal mare.
Prontezza operativa e ruolo dei Royal Marines
Accanto all’innovazione tecnologica, Jenkins ha ricordato la centralità delle missioni tradizionali: garantire la dissuasione nucleare, proteggere le rotte marittime e rafforzare la sicurezza del Regno Unito. Ha insistito sulla necessità di semplificare i processi interni e mettere il personale nelle condizioni migliori per operare.
Un passaggio rilevante ha riguardato i Royal Marines, protagonisti di una trasformazione avviata quasi dieci anni fa e oggi considerata un modello anticipatore delle guerre contemporanee. Dotati di nuove armi e tecnologie, i Marines britannici sono sempre più orientati a un impiego disperso, connesso ma autonomo, incarnando il concetto di 21st Century Commando.
Secondo Jenkins, la loro importanza sarà decisiva soprattutto nell’Alto Nord, regione strategica sia per il confronto con la crescente flotta sottomarina russa sia per le sfide derivanti dal cambiamento climatico, che sta accendendo la competizione tra Stati su rotte, risorse e territori.
Una Royal Navy proiettata nel futuro
The messaggio del First Sea Lord è chiaro: per affrontare le minacce emergenti e mantenere un ruolo guida nella NATO, la Royal Navy deve reinventarsi rapidamente. Una trasformazione che unisce tecnologia, autonomia e adattamento operativo, con l’obiettivo di consegnare al Regno Unito una forza navale in grado di combattere – e vincere – nei mari del XXI secolo.
Born Alessandro Generotti, C.le Maj. Parachutist on leave. Military Parachutist Patent no. 192806. 186th RGT Par. Folgore/5th BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
Founder and administrator of the website BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger and computer scientist by profession.