L’Italia e le sfide globali: deterrenza intelligente per la stabilità

Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, da gennaio alla guida del Comando operativo di vertice interforze (Covi), ha definito la recente interruzione delle ostilità tra Israele e Iran come “una grande opportunità”. Si tratta, secondo il Comandante, di un momento storico da cogliere con prontezza e lucidità, che potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’intera regione mediorientale. La tregua, pur ancora fragile, è vista come una possibile porta verso la stabilità. “Se gli atti ostili continueranno a mantenersi a bassa intensità, senza nuove escalation, allora potremo davvero parlare di un’occasione irripetibile per fermare il conflitto”, ha spiegato Iannucci.
Il Generale è ben consapevole della delicatezza della situazione: il recente bombardamento dei siti nucleari iraniani da parte dei bombardieri statunitensi B2, in particolare il centro di Fordow colpito dalle potenti GBU-57, ha avuto un impatto ancora difficile da quantificare appieno. Tuttavia, segnali positivi arrivano anche dal campo: Hamas e Hezbollah, secondo il Generale Iannucci, risultano fortemente indeboliti, e le notizie che giungono dal Libano, dove da poche ore ha assunto il comando di UNIFIL il Generale italiano Diodato Abagnara, lasciano sperare in una diminuzione delle tensioni.

Sicurezza, vigilanza e ruolo italiano
Uno dei punti cardine dell’intervento del Generale Iannucci riguarda la sicurezza dei militari italiani impegnati nelle missioni all’estero. Circa ottomila uomini e donne operano sotto il coordinamento del Covi in 39 missioni diverse, con presenze significative in Kuwait, Iraq, Libano e Mar Rosso. In quei teatri, l’attenzione è massima. “La sicurezza dei nostri militari è la nostra priorità, il nostro assillo”, afferma con fermezza, sottolineando l’impegno costante delle autorità di vertice, a partire dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Luciano Portolano.

I soldati italiani, dice il Generale Iannucci, si mostrano “sereni, consapevoli, preparati. Come sempre”. La loro professionalità è al servizio di un compito che va ben oltre il semplice dispiegamento militare: si tratta di garantire la pace, di rafforzare la stabilità, di sostenere gli alleati e prevenire l’insorgere di nuovi conflitti. È qui che entra in gioco il ruolo storico dell’Italia, non solo come forza di peacekeeping, ma anche nella lotta al terrorismo globale, da Al Qaeda all’Isis. “Abbiamo dato e continueremo a dare un contributo determinante”, ricorda il Generale.
Nonostante i colpi inferti all’Asse della Resistenza (Iran, Hezbollah, Hamas, Houthi), il pericolo non è definitivamente scomparso. Il rischio di cellule dormienti, soprattutto in contesti instabili, rimane presente. Tuttavia, il Generale Iannucci si dice fiducioso nell’efficienza dei nostri apparati di sicurezza, che operano con attenzione e tempestività, mantenendo un alto livello di vigilanza su tutti gli obiettivi sensibili.
Le nuove sfide della Difesa: tecnologia, deterrenza e geopolitica
Il mondo militare sta cambiando, e l’Italia, insieme ai partner NATO, è chiamata ad adattarsi. Il vertice dell’Alleanza che si tiene all’Aia punta l’attenzione su un tema tanto discusso quanto cruciale: l’aumento delle spese militari. Ma per il Generale Iannucci, “non può essere solo una questione finanziaria o contabile”. È piuttosto una necessità strategica: il mondo cambia, le minacce si evolvono e i vecchi paradigmi non bastano più.
I nuovi rischi arrivano da attori non statali, capaci di utilizzare droni, missili, strumenti di disinformazione e attacchi cyber con impatto potenzialmente devastante. Di fronte a questa nuova realtà, l’Italia deve rafforzare la propria capacità produttiva, rinnovare gli equipaggiamenti e aggiornare la dottrina militare. Le parole del segretario generale della NATO Mark Rutte, secondo cui la Russia produce armamenti cinque volte più velocemente dei Paesi dell’Alleanza messi insieme, suonano come un campanello d’allarme.

Intanto, sul fronte geopolitico, il governo italiano ha chiarito la propria posizione: niente truppe in Ucraina o in altri teatri di guerra diretta. Una linea netta, condivisa anche dal Covi, che ribadisce l’importanza della prudenza strategica. “Meglio prevenire le crisi che essere costretti a gestirle”, sostiene il Generale Iannucci. Il riferimento va anche al Piano Mattei per l’Africa, visto come uno strumento cruciale per la stabilizzazione del continente e per il rafforzamento del ruolo italiano nel Mediterraneo allargato.
In definitiva, le parole del Generale Iannucci offrono una visione strategica che va oltre la contingenza: l’Italia intende mantenere un ruolo centrale nello scacchiere internazionale, puntando su equilibrio, capacità di deterrenza e promozione della stabilità globale.
Born Alessandro Generotti, C.le Maj. Parachutist on leave. Military Parachutist Patent no. 192806. 186th RGT Par. Folgore/5th BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor.
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