Nazionali

107 anni fa la conquista del Col Moschin: l’impresa degli Arditi e la nascita di una nuova era

16 giugno 1918 – 16 giugno 2025. Ricorre oggi l’anniversario di una delle azioni più eroiche della Prima Guerra Mondiale: la riconquista del Col Moschin, un’impresa fulminea compiuta dagli Arditi del IX Reparto d’Assalto, che segnò una svolta decisiva nella Battaglia del Solstizio, arginando l’offensiva austro-ungarica sul massiccio del Grappa. Un’azione destinata a segnare per sempre le modalità operative degli eserciti, ispirando profondamente la nascita delle Forze Speciali moderne di tutto il mondo.

L’attacco austro-ungarico

Il 15 giugno 1918, alle prime luci dell’alba, l’XI Armata austro-ungarica del generale Viktor von Scheuchenstuel scatenò un violento attacco contro il fronte italiano nel settore del Grappa. L’obiettivo era ambizioso: sfondare le difese italiane e dilagare nella pianura veneta, aggirando l’intero schieramento del Regio Esercito tra il Brenta e il Piave.

Alle 8 del mattino, la 27ª Divisione austro-ungarica sferrò l’assalto: nonostante una tenace resistenza e il fuoco dell’artiglieria italiana sul versante orientale, gli imperiali sfondarono rapidamente le linee del IX Corpo d’Armata italiano, conquistando Col del Miglio, Col Fagheron, Col Fenilon, Col Moschin, Palazzo Negri, Casa dei Pastori e Ca’ dei Briganti. La situazione era drammatica: l’intero fianco sinistro italiano era in rotta, e gli austro-ungarici si trovavano a un passo dalla pianura.

La controffensiva italiana: gli Arditi del Maggiore Messe

Per impedire agli austro-ungarici di consolidare le posizioni, fu ordinato un contrattacco immediato. Al comando del colonnello brigadiere Giorgio Boccacci, la Brigata “Basilicata” fu affiancata dal IX Reparto d’Assalto del maggiore Giovanni Messe e dai reggimenti 91° e 92° Fanteria. Gli uomini raggiunsero il Col del Gallo alle ore 12:15, pronti a riprendersi uno a uno i colli caduti.

La battaglia – Prima fase: Quota 1318 e Col Fagheron

Alle 14:00 del 15 giugno, gli Arditi scattarono all’assalto.
La 1ª Compagnia del capitano Pinca attaccò Palazzo Negri, Casa dei Pastori e Ca’ dei Briganti, per poi puntare al ridotto su quota 1318. L’assalto ebbe successo, ma il capitano Pinca cadde eroicamente in azione.
Contemporaneamente, la 2ª Compagnia del capitano Zancanaro risalì il Col Fagheron, affrontando un corpo a corpo furioso con le truppe nemiche asserragliate sulle pendici. In meno di un quarto d’ora, la cima fu riconquistata, grazie anche all’uso dei lanciafiamme contro le sacche di resistenza rimaste.

Seconda fase: Col Fenilon e Col Moschin

Nel pomeriggio, ricognizioni inviate sul Col Fenilon e sul Col Moschin confermarono una forte presenza nemica. Messe pianificò la seconda fase della controffensiva, ora con il supporto del II Battaglione del 92° Reggimento, comandato dal colonnello Mariotti.

Tra le 20:30 e le 22:00, l’artiglieria italiana martellò le posizioni austro-ungariche. Alle ore 21:00, nella nebbia e sotto il fuoco, gli Arditi e una compagnia del 91° Reggimento assaltarono il Col Fenilon, conquistandolo dopo un’ora di violenti scontri. Furono catturati 85 prigionieri, tra cui 5 ufficiali, e 4 mitragliatrici.

Alle 4 del mattino del 16 giugno, Messe ricevette l’ordine di attaccare il Col Moschin alle ore 7:00. Gli Arditi si ammassarono nella selletta sottostante, ma l’artiglieria italiana ritardò l’allungamento del tiro. Alle 7:10, senza attendere oltre, scattarono ugualmente all’assalto.

In soli dieci minuti, riuscirono a strappare la vetta al nemico. I risultati furono straordinari: 27 ufficiali e 250 soldati austriaci catturati, 17 mitragliatrici, un cannoncino da trincea, due batterie da montagna italiane precedentemente catturate e una colonna di 20 muli.

Gloria e memoria

Dopo due giorni di combattimenti intensi, il IX Reparto d’Assalto fu rimesso in riserva. Le perdite furono contenute, ma non trascurabili: 6 caduti (tra cui il capitano Pinca) e circa 80 feriti. L’azione ricevette ampio riconoscimento: furono conferite 40 medaglie d’argento al valor militare e 19 di bronzo.

La città di Roma volle onorare l’impresa con un monumento sul Col Moschin, costruito con un’antica colonna romana, simbolo del legame tra la nuova Italia e le sue radici millenarie.

L’eredità

Oggi, a 107 anni di distanza, la memoria di quei giorni continua a vivere nella storia e nel cuore di chi ricorda il sacrificio e il coraggio degli Arditi, protagonisti assoluti di una delle più brillanti azioni militari della Grande Guerra.

Una storia tutta italiana che traccerà una via destinata a trasformare per sempre il modo di affrontare i conflitti, con un modus operandi mirato ad aprire consapevolmente scenari asimmetrici e tecniche di combattimento non convenzionali.

Le loro gesta eroiche rivivono oggi nel 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, erede di quella tradizione di valore, audacia e dedizione alla Patria.

Arditi del IX Reparto d’Assalto nella prima guerra mondiale e incursori del 9º Reggimento “Col Moschin” – Copyright foto Ministero della Difesa-Esercito
Condoralex

Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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