Defence Veteran and Veteran of International Missions, decree signed - brigadefolgore.net
Il 21 maggio 2025, durante il question time alla Camera dei deputati, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, è stato chiamato a rispondere a numerosi temi sensibili, tra cui le spese per la Difesa, il rapporto con Israele e la posizione dell’Italia in merito al conflitto israelo-palestinese. La discussione ha visto momenti di forte tensione, in particolare con il Movimento 5 Stelle (M5S) e Alleanza Verdi e Sinistra (AVS).
L’interrogazione principale del giorno è stata sollevata da Luigi Marattin, il quale ha posto una domanda sulla percentuale del PIL dedicata alle spese per la Difesa. Crosetto ha spiegato che, nonostante negli ultimi 80 anni l’Italia abbia beneficiato della protezione dell’ombrello Nato, la realtà geopolitica sta cambiando, con gli Stati Uniti che stanno orientando la loro attenzione verso l’Indo-Pacifico. A tal proposito, ha anticipato che durante il vertice della NATO dell’Aja, previsto per giugno, si prevede un impegno più alto, che potrebbe arrivare a una contribuzione compresa tra il 3,5% e il 5% del PIL. Il ministro ha chiarito che le risorse necessarie per tale impegno includono anche la cybersicurezza e altre risorse dedicate alla difesa in senso ampio.
Marattin ha replicato, evidenziando come l’Italia, già da anni, spendesse il 2% del PIL senza una vera consapevolezza pubblica. La sua critica principale riguardava la mancanza di un vero aumento delle spese per la Difesa.
La discussione si è accesa durante l’interrogazione di Francesco Silvestri del Movimento 5 Stelle, che ha accusato Crosetto di voler riarmare l’Italia in modo esagerato. Il Ministro ha risposto piccato, ricordando che il bilancio della Difesa è deciso dal Parlamento, e che ogni incremento della spesa militare, come quello al 3,5%, sarà sotto la supervisione parlamentare. Ha poi ricordato che, in passato, anche i Cinque Stelle avevano sostenuto l’impegno del 2% nel quadro della NATO, facendo riferimento agli ordini del giorno votati dai membri del partito.
Riccardo Ricciardi (M5S) ha rilanciato con una critica al ministro, accusandolo di essere troppo vicino agli interessi delle industrie belliche, in particolare BlackRock, e di non rispettare la volontà popolare. Secondo Ricciardi, il ministro avrebbe scelto di spendere miliardi per le armi, mentre i cittadini italiani sarebbero costretti a pagare per la sanità privata.
Uno dei temi più discussi è stato il rapporto tra l’Italia e Israele, soprattutto in merito alle forniture di armamenti. Crosetto ha spiegato che, pur essendo un grande sostenitore dello Stato di Israele, il governo italiano ha deciso di sospendere l’esportazione di armi verso Israele, alla luce della situazione a Gaza. Ha sottolineato che ogni singola esportazione di materiali militari è attentamente valutata caso per caso e deve rispettare precise leggi internazionali, evitando che vengano utilizzati contro la popolazione civile. Crosetto ha anche ribadito che, pur se legalmente l’Italia potrebbe continuare a importare materiale bellico, ha deciso di sospendere anche le importazioni provenienti da Israele.
Il deputato Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) ha sollevato un altro punto critico, raccontando di aver visto aiuti umanitari italiani bloccati a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Grimaldi ha accusato il governo italiano di essere complice di un genocidio nei confronti della popolazione palestinese, utilizzando toni molto forti.
Durante il dibattito, Crosetto ha anche discusso il futuro della NATO, evidenziando la necessità di una riorganizzazione interna per affrontare le nuove sfide geopolitiche. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che molti alleati sono favorevoli a un incremento delle spese per la difesa, ma ha sottolineato che i dettagli di queste richieste non sono ancora definitivi. Il vertice dell’Aja di fine giugno sarà cruciale per definire i nuovi impegni di difesa. Rutte ha anche sottolineato che, senza una pressione continua su Mosca, non sarà possibile ottenere una “pace giusta e duratura” in Ucraina.
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