Gorizia ha accolto con grande partecipazione il ritorno della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” dalla missione UNIFIL in Libano. La cerimonia si è svolta il 5 settembre 2025 in Piazza della Vittoria, alla presenza del Ministro della Difesa Guido Crosetto, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Luciano Portolano e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello. Numerose le autorità civili e religiose intervenute, tra cui il Prefetto Ester Fedullo and the Sindaco Rodolfo Ziberna, a testimonianza del legame profondo tra la città e la sua Brigata.
The Ministro Crosetto ha voluto sottolineare il significato umano dell’impegno italiano: “Non potevo non essere qui oggi ad accogliervi al ritorno da una missione difficile. Il nostro approccio nelle missioni internazionali non è quello di mostrare potenza, ma di offrire umanità, di mettere i Paesi nelle condizioni di crescere autonomamente. In Libano avete servito la pace con sacrificio e onore. A voi e alle vostre famiglie va il ringraziamento dell’Italia intera”.
Il clima solenne e al tempo stesso familiare della cerimonia ha reso evidente come la “Pozzuolo” sia percepita non solo come forza militare, ma anche come simbolo di valori condivisi, rappresentando l’Italia nel mondo con un approccio di dialogo, sostegno e presenza costruttiva.
Il Generale Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha ribadito quanto la stabilità del Libano sia cruciale per l’intera regione mediterranea: “Sebbene piccolo per dimensione e popolazione, il Lebanon rappresenta un mosaico sociale, politico e religioso la cui tenuta è determinante anche per l’Europa. Le Italian Armed Forces, through UNIFIL, svolgono un ruolo essenziale di sostegno alle istituzioni locali e di garanzia della sicurezza di Israele”.
Questa missione, infatti, si inserisce nel quadro della Risoluzione ONU 1701 del 2006, che prevede il monitoraggio della cessazione delle ostilità lungo la “blue line”, la linea di demarcazione tra Libano e Israele. Proprio in quell’area sensibile, i militari italiani hanno contribuito a mantenere il fragile equilibrio, con azioni mirate sia al controllo del territorio che al supporto alla popolazione civile e alle Forze Armate Libanesi (LAF).
Il Comandante della Brigata, Generale di Brigata Nicola Mandolesi, ha guidato i reparti in una missione complessa, in un contesto caratterizzato da tensioni costanti e rischi elevati. Oltre 1.000 soldati italiani hanno operato nel settore ovest della missione UNIFIL, insieme ad altri 2.600 caschi blu di diverse nazioni, sotto il coordinamento del Joint Operations Command (COVI).
Il motto della Cavalleria, “col cuore oltre l’ostacolo”, è apparso più che mai concreto in Libano, dove la “Pozzuolo” ha saputo coniugare fermezza militare e capacità di prossimità, rafforzando la credibilità dell’Italia come attore di pace e stabilità.
Il Generale di Corpo d’Armata Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha espresso l’orgoglio dell’intera Forza Armata: “Bravi! Avete mantenuto alto il Tricolore, dimostrando i valori che guidano ogni soldato italiano: prontezza, disciplina, lealtà e spirito di sacrificio. Siete tornati da una missione difficile, e lo avete fatto senza mai perdere di vista l’onore di servire il Paese”.
Queste parole hanno risuonato con particolare forza a Gorizia, città storicamente legata alla “Pozzuolo del Friuli”. L’abbraccio collettivo della comunità, presente in piazza per salutare i soldati, ha rappresentato il riconoscimento non solo per il compito svolto, ma anche per la dedizione silenziosa delle famiglie che hanno sostenuto i militari durante i sei mesi di missione.
La Brigata, alla sua settima esperienza in Libano sotto le insegne delle United Nations, si conferma una delle realtà più operative e rappresentative dell’ Italian Army. La capacità di affrontare scenari complessi e mutevoli, unita alla professionalità e all’umanità dei suoi uomini e donne, contribuisce a consolidare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo orientale e nell’arena internazionale.
La cerimonia di Gorizia non è stata soltanto una celebrazione del rientro da una missione, ma anche un momento di riflessione sui valori che guidano le Armed Forces: la difesa della pace, il sostegno ai popoli in difficoltà, la fedeltà al giuramento di servire il Paese. Valori che la “Pozzuolo del Friuli” ha incarnato ancora una volta, tornando a casa con l’onore di chi ha dato tutto “col cuore oltre l’ostacolo”.
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