Droni FPV arma strategica - Operazione Spiderweb: 34% dei bombardieri strategici russi distrutti - brigatafolgore.net
In un’operazione senza precedenti per complessità, audacia e risonanza strategica, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) ha colpito in profondità il cuore dell’aviazione strategica russa. L’“Operazione Pavutyna” (Ragnatela), preparata in segreto per oltre 18 mesi, ha portato alla distruzione o danneggiamento di decine di bombardieri a lungo raggio, tra cui i temuti Tu-95 e Tu-160, oltre ad almeno un prezioso velivolo radar A-50.
Secondo fonti ufficiali ucraine e conferme di intelligence NATO, i bersagli sono stati colpiti contemporaneamente in quattro basi aeree russe: Olenya (Murmansk), Belaya (Irkutsk), Diaghilevo (Ryazan) e Ivanovo Severny (Ivanovo). Alcuni obiettivi si trovano a oltre 4.400 km dalla linea del fronte, a testimonianza della portata eccezionale dell’operazione.
Le immagini satellitari e i video diffusi mostrano il lancio di droni FPV (first-person view) direttamente da camion mimetizzati, trasformati in hangar mobili. Le strutture lignee, dall’apparenza innocua, contenevano dozzine di piccoli droni armati, nascosti sotto tetti retrattili attivati a distanza.
Gli agenti del SBU hanno trasportato dapprima i droni in territorio russo, successivamente le strutture mobili. Una volta posizionate nei pressi delle basi aeree, le unità d’assalto sono state attivate da remoto. I droni hanno potuto così decollare inosservati, operare in tempo reale e colpire con precisione i serbatoi di carburante degli aerei, provocando esplosioni devastanti.
Un video girato nella notte mostra un drone FPV puntare direttamente al vano carburante di un Tu-95, con il successivo scoppio dell’intera fusoliera.
La NATO, in una valutazione indipendente, ha stimato che l’operazione abbia provocato danni o distruzione a circa 40 velivoli. Tra questi, secondo l’Alleanza:
In totale, l’impatto sulla flotta missilistica a lungo raggio della Russia è stato quantificato in una riduzione del 34% delle capacità operative, una perdita ritenuta “critica” per la capacità del Cremlino di condurre attacchi missilistici in profondità contro l’Ucraina.
Secondo il presidente Zelenskyj, l’attacco è stato effettuato con 117 droni, coordinati in tre diversi fusi orari. Il leader ucraino ha sottolineato come tutti gli operatori coinvolti siano stati evacuati prima dell’inizio dell’azione, evitando perdite e arresti.
L’Operazione Pavutyna segna un punto di svolta nella guerra tecnologica tra Kiev e Mosca. L’Ucraina, priva della supremazia aerea convenzionale, ha dimostrato come la combinazione di intelligence, droni low-cost e innovazione tattica possa colpire anche i target più protetti della Federazione Russa.
Il danno economico è stimato in oltre 7 miliardi di dollari per la sola aviazione, mentre il danno d’immagine è incalcolabile: il potere deterrente dei bombardieri nucleari russi è stato seriamente scalfito da droni artigianali lanciati da container nascosti.
In un conflitto che ha trasformato la guerra moderna, l’Operazione Pavutyna rappresenta il simbolo dell’adattamento ucraino a un contesto di superiorità nemica, attraverso l’impiego creativo di risorse limitate e l’efficacia delle operazioni speciali. È un messaggio chiaro a Mosca — e al mondo — che nessun angolo del territorio russo può dirsi al sicuro.
Source: https://militarnyi.com/en/news/russia-lost-34-of-strategic-aviation-in-spiderweb-operation-nato/
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