“I Bersaglieri sono l’Italia che corre avanti”: il Generale Portolano difende i valori delle Forze Armate - brigatafolgore.net
Un’ondata di indignazione e solidarietà ha attraversato il Paese dopo l’episodio avvenuto in un liceo scientifico lombardo, dove alcuni insegnanti hanno espresso riserve sull’opportunità di accogliere l’Associazione Nazionale Bersaglieri, giudicandone i valori “distanti da quelli della scuola”. Un giudizio grave, che ha toccato il cuore dell’identità nazionale, generando una ferma risposta da parte delle istituzioni più alte dello Stato.
Ma tra le voci più autorevoli e vibranti, quella del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, risuona con particolare forza e dignità. Le sue parole sono un richiamo limpido alla coscienza nazionale e alla memoria collettiva, un baluardo contro ogni tentativo di revisionismo ideologico travestito da dibattito educativo.
In una lettera accorata indirizzata al Presidente dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, General di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota, il Generale Portolano ha espresso “la più ferma solidarietà e la totale vicinanza” a un Corpo che rappresenta non solo una gloriosa tradizione militare, ma un modello etico e civile per l’intera società.
“È semplicemente inaccettabile che i valori di cui i Bersaglieri sono portatori – e che da sempre incarnano l’essenza stessa delle Forze Armate italiane – possano essere considerati in contrasto con qualsiasi percorso educativo.”
Portolano non si limita a una difesa d’ufficio: elenca uno ad uno quei valori che ogni scuola italiana dovrebbe insegnare. Lealtà, senso del dovere, spirito di sacrificio, amor di Patria, solidarietà e rispetto delle Istituzioni – principi fondanti della nostra Repubblica e della nostra Costituzione.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ricorda come le sezioni periferiche dell’Associazione siano “veri e propri presidi di italianità e di cittadinanza attiva”, capaci di testimoniare, con sobrietà e passione, una memoria storica che non divide ma unisce.
In un momento in cui l’identità nazionale è spesso oggetto di strumentalizzazioni o rimozioni, Portolano afferma con coraggio che “in ogni scuola si dovrebbero veicolare questi valori universali”, condannando implicitamente il gesto di esclusione come una ferita alla comunità educativa e al rispetto della storia comune.
Il messaggio del Generale non si ferma alla condanna: si fa sprone e incoraggiamento per l’intero Corpo dei Bersaglieri, che definisce “un esempio virtuoso per l’intera società”.
“Sono certo che saprete superare anche questo momento. I Bersaglieri, con la loro inconfondibile corsa, hanno sempre saputo guardare avanti, superando ogni ostacolo con spirito indomito”.
Una dichiarazione che si fa simbolo: i Bersaglieri, ieri protagonisti del Risorgimento e oggi attori della sicurezza nazionale e internazionale, incarnano l’Italia che corre avanti, che non si arrende alle semplificazioni ideologiche, che guarda con fierezza alle proprie radici.
Al fianco del Generale Portolano si sono schierati anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Ministro della Difesa, Guido Crosetto. La Premier ha definito l’episodio “francamente inaccettabile”, ricordando che “è anche grazie ai Bersaglieri se oggi abbiamo una nazione”. Crosetto ha parlato di “pregiudizio ideologico” e ha ribadito che i Bersaglieri sono portatori di valori costituzionali come “libertà, uguaglianza e democrazia”.
In tempi difficili per l’identità collettiva, le parole del Capo di Stato Maggiore della Difesa rappresentano molto più di una presa di posizione militare: sono una lezione di civiltà, una chiamata alla responsabilità educativa e istituzionale, un invito a non smarrire il senso di ciò che unisce.
Perché – come ha detto lo stesso Portolano – non c’è nulla di divisivo nel servire il proprio Paese con coraggio, con disciplina e con amore. Al contrario: è da lì che nasce la cittadinanza vera. E i Bersaglieri, come sempre, continueranno a correrci davanti.
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