La recente vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024 apre scenari nuovi per il conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Il neo presidente eletto ha espresso chiaramente la volontà di risolvere la crisi in tempi brevi, ponendo sul tavolo l’opzione di negoziati diretti e una revisione del supporto militare all'Ucraina. Questo cambio di leadership a Washington potrebbe modificare l’approccio occidentale, influenzando non solo la strategia di Kiev ma anche il ruolo dell’Europa e della NATO in questo conflitto e non solo, con implicazioni che potrebbero alterare profondamente gli equilibri nella regione.
Sanzioni alla Russia (quasi) inutili
Dall'inizio del conflitto in Ucraina nel 2022, la comunità internazionale ha imposto alla Russia una serie di sanzioni mirate a colpire vari settori strategici del paese. Queste misure, adottate principalmente dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti e da altri alleati occidentali, miravano ad esercitare pressione economica e politica su Mosca.
Vediamole da vicino:
- Settore energetico:
- Divieto di importazione di petrolio e prodotti petroliferi russi da parte dell'UE, con alcune eccezioni temporanee per specifici Stati membri.
- Restrizioni sull'esportazione di tecnologie avanzate per l'industria energetica russa, limitando la capacità di Mosca di sviluppare nuovi giacimenti.
- Settore finanziario:
- Esclusione di diverse banche russe dal sistema SWIFT, ostacolando le transazioni internazionali.
- Congelamento degli asset della Banca Centrale Russa detenuti all'estero, limitando l'accesso alle riserve valutarie.
- Divieto per le istituzioni finanziarie occidentali di effettuare transazioni con banche e istituzioni russe sanzionate.
- Settore industriale e tecnologico:
- Restrizioni sull'esportazione di beni a duplice uso (civile e militare) e tecnologie avanzate, inclusi semiconduttori e componenti elettronici.
- Divieto di esportazione di beni e servizi legati all'industria aeronautica e spaziale.
- Settore dei trasporti:
- Chiusura dello spazio aereo dell'UE e di altri paesi occidentali ai vettori aerei russi.
- Divieto di accesso ai porti occidentali per le navi battenti bandiera russa o gestite da operatori russi.
- Sanzioni individuali:
- Congelamento dei beni e divieto di viaggio per numerosi funzionari governativi, oligarchi e individui legati al Cremlino.
- Misure restrittive contro propagandisti e media russi accusati di diffondere disinformazione.
- Settore culturale e sportivo:
- Esclusione della Russia da competizioni sportive internazionali e sospensione della partecipazione a eventi culturali globali.
L'efficacia di tali misure è oggetto di monitoraggio continuo, con la possibilità di ulteriori inasprimenti o modifiche in base all'evoluzione del conflitto e delle dinamiche geopolitiche. Tuttavia, rimane oggetto di dibattito, poiché non hanno prodotto gli effetti desiderati. Sebbene le sanzioni abbiano esercitato una pressione significativa sull'economia russa, diversi fattori hanno limitato la loro efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati.
Ecco alcuni dei motivi principali dell'inefficacia:
- Adattabilità dell'economia russa: La Russia ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, riorientando le proprie esportazioni energetiche verso mercati alternativi, come Cina e India, compensando in parte la perdita dei mercati occidentali.
- Elusione delle sanzioni: Mosca ha trovato modi per aggirare le restrizioni, utilizzando paesi terzi come intermediari per l'importazione di beni sanzionati e sfruttando lacune nei regimi sanzionatori.
- Sostegno di paesi non allineati: Alcuni paesi, tra cui Cina e India, non hanno aderito alle sanzioni occidentali, continuando a commerciare con la Russia e fornendo un sostegno economico indiretto.
- Resilienza interna: Le autorità russe hanno implementato misure per stabilizzare l'economia interna, come il controllo dei capitali e il sostegno alle industrie nazionali, mitigando l'impatto delle sanzioni.
- Limitazioni nelle sanzioni: Alcune sanzioni sono state attuate in modo incoerente o con eccezioni, riducendone l'efficacia complessiva.
Quanti aiuti ha ricevuto l'Ucraina ad oggi?
Dall'inizio del conflitto con la Russia nel 2022, l'Ucraina ha ricevuto un sostegno significativo sia dagli Stati Uniti che dai paesi europei, comprendente aiuti militari, finanziari e umanitari.
Stati Uniti:
- Assistenza totale: Fino a novembre 2024, gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina circa 113 miliardi di dollari in aiuti complessivi.
- Assistenza militare: Di questo totale, circa 64 miliardi di dollari sono stati destinati all'assistenza militare, comprendendo forniture di armi, munizioni, addestramento e supporto logistico.
- Assistenza economica e umanitaria: I restanti 49 miliardi di dollari sono stati impiegati in aiuti economici diretti, supporto al bilancio ucraino e assistenza umanitaria per affrontare la crisi dei rifugiati e le necessità civili.
Unione Europea e Paesi Europei:
- Assistenza totale: I paesi dell'Unione Europea, insieme al Regno Unito, hanno contribuito con circa 80 miliardi di euro in aiuti all'Ucraina.
- Assistenza militare: Circa 30 miliardi di euro sono stati destinati all'assistenza militare, includendo la fornitura di armi, equipaggiamenti e addestramento per le forze armate ucraine.
- Assistenza economica e umanitaria: I restanti 50 miliardi di euro sono stati impiegati in aiuti economici, supporto al bilancio statale e assistenza umanitaria per sostenere la popolazione civile colpita dal conflitto.
Questi contributi evidenziano l'impegno della comunità internazionale nel sostenere l'Ucraina attraverso diverse forme di assistenza, rispondendo alle esigenze immediate e a lungo termine del paese, ma i risultati sperati, come detto, non hanno avuto effetto.
Perchè l'Ucraina non riesce a prendere le redini del conflitto?
Nonostante il significativo sostegno militare, finanziario e umanitario ricevuto dall'Ucraina da parte degli alleati occidentali, il conflitto con la Russia presenta ancora numerose sfide che impediscono a Kiev di ottenere un controllo decisivo sulla situazione.
Le principali ragioni sono:
1. Superiorità numerica e logistica russa: La Russia dispone di risorse militari più ampie, sia in termini di personale che di equipaggiamento. Questo le consente di sostenere operazioni prolungate e di rifornire le truppe in modo più efficace rispetto all'Ucraina. Inoltre, Mosca ha dimostrato la capacità di aggirare alcune sanzioni occidentali, mantenendo così il flusso di armamenti e risorse necessarie per lo sforzo bellico.
2. Limitazioni negli aiuti occidentali: Sebbene gli alleati abbiano fornito un sostegno considerevole, esistono restrizioni riguardo al tipo e alla quantità di armi inviate. Ad esempio, l'Ucraina ha richiesto missili a lungo raggio per colpire obiettivi strategici in territorio russo, ma tali richieste non sono state completamente soddisfatte. Queste limitazioni riducono la capacità di Kiev di condurre operazioni offensive efficaci.
3. Difficoltà nelle controffensive ucraine: Le operazioni militari ucraine, come la controffensiva estiva del 2023, non hanno raggiunto gli obiettivi sperati. Fattori come la resistenza russa, la complessità del terreno e la necessità di coordinare forze eterogenee hanno ostacolato i progressi di Kiev. Inoltre, la Russia ha rafforzato le proprie difese e ha lanciato contrattacchi efficaci, complicando ulteriormente le operazioni ucraine.
4. Erosione del sostegno internazionale: Con il protrarsi del conflitto, alcuni paesi occidentali mostrano segnali di stanchezza nel mantenere un sostegno costante all'Ucraina. Le pressioni interne, le preoccupazioni economiche e altre crisi globali possono influenzare la volontà politica di continuare a fornire aiuti su larga scala. Questa diminuzione del supporto potrebbe limitare le capacità operative ucraine nel lungo termine.
5. Impatto delle condizioni climatiche: L'avvicinarsi dell'inverno rappresenta una sfida significativa per le operazioni militari. Le condizioni meteorologiche avverse possono rallentare le manovre, complicare la logistica e influenzare il morale delle truppe. Storicamente, l'inverno ha favorito le forze difensive, offrendo alla Russia un vantaggio strategico.
In sintesi, nonostante i significativi aiuti ricevuti, l'Ucraina si trova ad affrontare una complessa combinazione di fattori interni ed esterni che ne limitano la capacità di prendere il controllo del conflitto. Noi di BrigataFolgore.net riteniamo che il tempo, unito al fattore umano, rappresenti un elemento cruciale che incide profondamente sui risultati ottenuti dalle forze ucraine, influendo sulla loro capacità di raggiungere il pieno successo operativo.
Il tempo limitato per addestrare le truppe ucraine è stato certamente un fattore critico ed ha avuto un impatto sulla capacità delle forze armate ucraine. Preparare un esercito per una guerra di grandi dimensioni e intensità come quella con la Russia in soli due anni, e farlo con un'ampia gamma di armi moderne e avanzate, ha rappresentato una sfida enorme. Ci sono alcuni aspetti specifici che spiegano perché questo fattore potrebbe aver frenato l'efficacia delle forze ucraine:
- Transizione complessa verso armi avanzate della NATO:
Le forze ucraine sono state tradizionalmente addestrate e equipaggiate con armi di fabbricazione sovietica e post-sovietica, molte delle quali si basano su una tecnologia molto diversa rispetto a quella delle armi fornite dalla NATO, come i carri armati Leopard, i sistemi HIMARS e i missili Javelin. Passare da un sistema all’altro richiede tempo e formazione intensa. La gestione di queste armi complesse non è immediata, specialmente in un contesto di guerra, dove l’addestramento è forzatamente accelerato. - Formazione limitata e condizioni sul campo:
Molti soldati ucraini hanno ricevuto solo un addestramento di base sull’uso delle nuove armi, spesso in brevi periodi all'estero, e poi sono stati subito inviati al fronte. Questo può portare ad un utilizzo subottimale degli equipaggiamenti e ad una maggiore difficoltà nel coordinare le forze, specialmente nelle operazioni complesse e nelle controffensive. L'addestramento ottimale richiede simulazioni realistiche e una familiarità prolungata con le armi, qualcosa che è difficile da ottenere durante un conflitto attivo. - Disomogeneità nell’addestramento delle forze:
Non tutti i soldati ucraini hanno avuto accesso allo stesso livello di addestramento o agli stessi tipi di armi, il che può creare una forza disomogenea sul campo. Alcuni gruppi sono più abili e attrezzati, mentre altri possono avere solo una formazione di base. Questa disomogeneità rende complessa la gestione coordinata e strategica delle operazioni. - Stress psicologico e pressione del tempo:
La pressione di essere addestrati e poi immediatamente mandati in battaglia contro una forza avversaria ben preparata può influire negativamente sul morale e sulle prestazioni dei soldati. Anche gli eserciti altamente addestrati hanno bisogno di tempo per adattarsi e recuperare tra le operazioni, qualcosa di particolarmente difficile in un conflitto così intenso. - Sistemi di comando e controllo:
Anche il sistema di comando e controllo deve adattarsi rapidamente ai nuovi equipaggiamenti e tattiche. Le forze ucraine costrette a integrare sistemi di comunicazione e logistica della NATO, necessiterebbero di un'infrastruttura non presente in Ucraina prima del conflitto e che risulta difficilmente implementabile in tempi rapidi.
Il breve periodo di tempo per addestrare le truppe ucraine e introdurre nuove armi ed equipaggiamento avanzato in un contesto di guerra ha creato sfide significative. Mentre l'aiuto della NATO è stato imponente, la piena efficacia delle nuove attrezzature e delle tattiche richiede tempo ed un addestramento continuo, soprattutto in un conflitto di così vasta portata e complessità.
Il ruolo di Trump: sarà l'uomo della "pace"?
La recente vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024 potrebbe comportare significativi cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti, con potenziali ripercussioni sul conflitto in Ucraina e sulle relazioni con l'Europa.
Durante la campagna elettorale, Trump ha espresso l'intenzione di porre fine rapidamente alla guerra in Ucraina, dichiarando di poter risolvere il conflitto "in 24 ore". Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno sollevato preoccupazioni a Kiev riguardo alla possibilità di una riduzione del sostegno militare e finanziario da parte degli Stati Uniti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso speranza che l'approccio di Trump possa portare a una "pace giusta" per l'Ucraina.
La vittoria del tycoon ha generato inoltre timori tra i leader europei riguardo a possibili cambiamenti nelle relazioni transatlantiche. In particolare, vi è preoccupazione per una potenziale riduzione del coinvolgimento degli Stati Uniti nella NATO e per un approccio più isolazionista in politica estera. Alcuni paesi europei potrebbero essere chiamati a incrementare il proprio contributo alla sicurezza regionale e al sostegno all'Ucraina.
Va sottolineato che il Cremlino ha accolto con favore l'elezione, esprimendo speranza in un miglioramento delle relazioni USA-Russia, ma ha sottolineato che sarà necessario attendere per valutare eventuali cambiamenti concreti.
Nel frattempo, i leader europei hanno espresso la volontà di collaborare con la nuova amministrazione, pur manifestando preoccupazioni riguardo a possibili cambiamenti nelle politiche statunitensi. In sintesi, la vittoria di Donald Trump potrebbe portare a una revisione delle strategie statunitensi in Ucraina e nelle relazioni con l'Europa, anche con implicazioni significative per la sicurezza e la stabilità regionali.
Un’opportunità per l'Europa verso il percorso di difesa comune
Siamo convinti, però, che un simile comportamento della neo-amministrazione Americana servirà come sveglia ai paesi europei, spingendoli a riflettere sul loro ruolo strategico e sulla necessità di assumere una posizione più indipendente e forte. ll possibile cambiamento nelle politiche statunitensi potrebbe infatti incentivare gli Stati membri della NATO a raggiungere finalmente il tanto discusso obiettivo del 2% del PIL destinato alla difesa, un impegno che molti finora non hanno rispettato. Questo potrebbe non solo migliorare le capacità difensive di ciascun paese, ma anche rafforzare il contributo complessivo dell'Europa alla sicurezza dell'Alleanza Atlantica.
In parallelo, l’Europa potrebbe quindi cogliere l’occasione per lavorare alla creazione di un esercito continentale o almeno per potenziare le capacità militari condivise, favorendo una maggiore integrazione attraverso iniziative come la PESCO (Cooperazione Strutturata Permanente), permettendole di sviluppare un comando militare unificato e di coordinare le risorse in modo più efficiente, rendendo l'Europa meno dipendente dagli Stati Uniti per la propria sicurezza.
Un investimento aumentato nella difesa significherebbe anche una spinta significativa alla ricerca e allo sviluppo tecnologico militare nel vecchio continente, con l’obiettivo di promuovere l’industria della difesa integrata europea. Un tale passo potrebbe includere il miglioramento delle capacità di cyberdifesa, la costruzione di sistemi di difesa aerea indipendenti e lo sviluppo di mezzi avanzati per il combattimento e la difesa spaziale.
Infine, questa situazione potrebbe stimolare una maggiore coesione tra i paesi europei, con l'integrazione delle intelligence e il coordinamento dei comandi militari, creando una rete di difesa capace di rispondere rapidamente e in modo autonomo alle minacce. La vittoria di Trump potrebbe dunque rivelarsi un catalizzatore per l’Europa, accelerando il percorso verso una difesa comune e rendendo il continente più capace di proteggere la propria sicurezza e stabilità in modo indipendente, pur continuando a collaborare con gli alleati della NATO.