Roma blindata per i funerali di Papa Francesco: dispositivo di sicurezza interforze senza precedenti - brigatafolgore.net
Il 26 aprile 2025 sarà una data che passerà alla storia. È il giorno in cui il mondo dà l’ultimo saluto a Papa Francesco, nella maestosa cornice di Piazza San Pietro. Ma non è solo la spiritualità a dominare queste ore: la macchina della sicurezza si sta muovendo con precisione chirurgica per garantire un evento di portata mondiale in totale protezione.
Da giorni, le immagini di militari armati con strani fucili hanno destato curiosità: si tratta dei cosiddetti bazooka anti-drone, sistemi di difesa avanzata adottati in occasione di eventi ad altissimo rischio, proprio come questo.
Il loro nome tecnico è Unmanned Aerial System Countermeasure, ma per tutti sono i “bazooka anti-drone”. Non sparano proiettili, bensì onde radio in grado di inibire la comunicazione tra il drone e il suo pilota, rendendolo ingovernabile o costringendolo a un atterraggio controllato.
Il dispositivo – spesso simile a un fucile futuristico – non è un’arma da guerra tradizionale, ma uno strumento di difesa elettronica. È in grado di individuare le frequenze di controllo dei droni e interromperle in tempo reale, evitando riprese aeree non autorizzate o – nella peggiore delle ipotesi – attacchi aerei tramite droni kamikaze o carichi esplosivi.
Non è la prima volta che questi sistemi vengono impiegati: già nel 2021 l’Aeronautica Militare italiana li ha utilizzati in Qatar, durante la Coppa Araba, e nel 2023 hanno fatto la loro comparsa durante la visita a Roma del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Oggi, tuttavia, il loro impiego è massiccio e sistematico come mai prima d’ora in Italia.
La partecipazione internazionale sarà imponente: confermate le presenze dei reali di Spagna e Belgio, del premier britannico Keir Starmer, del principe William, del presidente USA Donald Trump, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, della premier italiana Giorgia Meloni, del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con la moglie, e perfino del vicepresidente di Taiwan.
Non ci saranno, invece, Vladimir Putin (che invierà la ministra della Cultura) e Benjamin Netanyahu.
A gestire i sistemi andti-drone ci pensa una Task Force della Difesa Italiana, chiamata C-UAS (Counter-Unmanned Aerial System). Si tratta di militari appositamente addestrati al controllo dello spazio aereo in scenari urbani, affollati e complessi come quello di San Pietro.
Molti di loro si muovono con controller portatili e zaini speciali che alimentano i dispositivi, per garantire la massima mobilità tra la folla. L’obiettivo: intervenire tempestivamente in caso di sorvoli sospetti.
Oltre ai dispositivi manuali, sono operative anche unità mobili montate su veicoli militari, capaci di coprire aree più estese. Le forze dell’ordine, le unità antiterrorismo, i cecchini e i servizi segreti completano un apparato di difesa complesso ma al tempo stesso meticolosamente pianificato.
Secondo quanto comunicato da Fabio Ciciliano, coordinatore delle attività di sicurezza, saranno migliaia gli operatori impegnati:
Le Ferrovie dello Stato hanno già messo a disposizione 260.000 posti, mentre i voli privati, commerciali e di Stato faranno rotta su Fiumicino, Ciampino e anche Pratica di Mare, per agevolare l’arrivo delle delegazioni.
La Prefettura di Roma ha disposto inoltre una no-fly zone estesa su tutta la Capitale, a partire già dal 23 Aprile. I sistemi C-UAS sono pronti a entrare in azione nel caso qualcuno tenti comunque un sorvolo non autorizzato.
Saranno posizionati maxi-schermi in via della Conciliazione, piazza Pia e piazzale Risorgimento per permettere ai presenti di seguire la cerimonia anche fuori dalla piazza, ormai piena da ore. I flussi pedonali saranno gestiti con precisione millimetrica per evitare sovraffollamenti o criticità.
Dopo i funerali, il corpo di Papa Francesco sarà trasportato in processione verso la Basilica di Santa Maria Maggiore, dove verrà tumulato accanto alla Cappella Paolina, uno dei luoghi a lui più cari.
Il corteo attraverserà il cuore del centro storico di Roma, con tracciati transennati e vigilati. Le forze dell’ordine garantiranno la sicurezza di fedeli e autorità durante tutto il tragitto. Un evento che sarà al tempo stesso liturgia e logistica, spiritualità e strategia, e che richiede la massima attenzione da parte degli apparati di sicurezza.
L’ultimo saluto a Papa Francesco non è solo un evento religioso e simbolico: è un banco di prova straordinario per la sicurezza italiana. L’impiego di tecnologie avanzate come i sistemi anti-drone, la coordinazione logistica di migliaia di operatori, l’attenzione diplomatica e la capacità di accoglienza di Roma mostrano il volto moderno e capace del nostro Paese.
Una città blindata, sì, ma pronta ad aprirsi al mondo per l’ultimo abbraccio al Papa venuto dalla fine del mondo.
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