Nazionali

Offendere il Tricolore è offendere la Repubblica: la memoria corta del rispetto

C’è un limite che non dovrebbe mai essere superato, ed è quello del rispetto verso i simboli della Repubblica. Eppure, in Alto Adige, da decenni c’è chi si ostina a considerare la bandiera italiana un’imposizione, un corpo estraneo, anziché ciò che rappresenta: la sovranità dello Stato, l’identità nazionale, la memoria condivisa di un popolo. Venticinque anni fa, fu il Presidente Carlo Azeglio Ciampi – uomo di Stato, patriota, garante della Costituzione – a dover firmare un decreto che imponeva la presenza del Tricolore su tutti gli edifici pubblici altoatesini. Un atto di civiltà e legalità, accolto però con sdegno da chi, ancora nel 2000, rifiutava l’idea di essere italiano.

Offendere il Tricolore è offendere la Repubblica: l’Alto Adige e la memoria corta del rispetto – brigatafolgore.net

La Südtiroler Volkspartei (SVP) si ribellò con arroganza, parlando di “attacco all’autonomia”. Il deputato Karl Zeller minacciò ricorsi e agitò lo spettro della discriminazione, come se l’esposizione della bandiera nazionale – in uno Stato sovrano – potesse essere considerata un atto ostile. Addirittura si lamentò dei costi per issare, abbassare e lavare il Tricolore, come se la dignità della Repubblica avesse un prezzo.

Questa è la misura del paradosso: in un’Italia che garantisce autonomia, bilinguismo e rispetto per le minoranze, c’è chi considera un affronto il semplice richiamo all’identità comune. In certe aree al confine con l’Austria, il bianco e il rosso del Tirolo e l’aquila tirolese campeggiavano indisturbati sui municipi, mentre il verde, il bianco e il rosso venivano ignorati, se non disprezzati. Era una sfida al cuore dello Stato, mascherata da tutela culturale.

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Fascia tricolore rifiutata: l’ultima offesa istituzionale

E oggi, a distanza di un quarto di secolo, la storia si ripete. Katharina Zeller, neoeletta sindaca di Merano, ha scelto di rifiutare la fascia tricolore durante la cerimonia d’insediamento. “Mettiamola via, dai”, ha detto al predecessore che gliela porgeva con il rispetto dovuto. Un gesto indegno, soprattutto per chi si appresta a guidare una città italiana, in un Comune che riceve fondi, servizi e legittimità dallo Stato italiano.

Offendere il Tricolore è offendere la Repubblica: l’Alto Adige e la memoria corta del rispetto – brigatafolgore.net

Zeller – figlia d’arte del già citato Karl – ha provato a giustificarsi parlando di “provocazione”, “pratiche locali” e “medaglione cittadino”. Ma nessuna consuetudine locale può scavalcare la legalità e il senso delle istituzioni. Il Tricolore non è un’opzione, non è un folklore, non è una tradizione facoltativa: è il simbolo dell’unità nazionale e va rispettato. Punto.

Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di onorare quei simboli che ne sanciscono la legittimità. Chi si sottrae a questo compito, chi minimizza, chi ride o lo rifiuta in pubblico, lancia un messaggio devastante: che essere italiani può essere opzionale, che l’identità nazionale è una maglia da indossare solo quando fa comodo. È inaccettabile.

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Il silenzio complice e l’obbligo morale di reagire

A indignarsi – giustamente – sono stati tanti. Il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti ha parlato di “oltraggio alla Repubblica” e ha presentato un’interrogazione parlamentare. L’assessore provinciale Christian Bianchi ha denunciato “un grave atto verso tutti gli italiani di Merano”. Eppure c’è anche chi ha cercato di minimizzare, di smussare, di attribuire all’accaduto il tono di una semplice incomprensione. È il caso del presidente SVP Dieter Steger, che ha parlato di “scherzo di cattivo gusto” e dell’ex sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, che ha escluso intenzioni di vilipendio.

Ma qui non si tratta di interpretazioni o di sensibilità. Si tratta di un gesto politico e simbolico, che parla chiaramente: c’è ancora chi in Alto Adige non accetta la sovranità dello Stato italiano. E ogni volta che questo accade senza una ferma reazione, si rafforza l’idea che l’Italia sia un’ospite tollerata, non la patria condivisa.

Bisogna dirlo chiaramente: chi non rispetta il Tricolore, non rispetta la Repubblica. E chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di inchinarsi, almeno simbolicamente, di fronte a quel vessillo che ha accompagnato i nostri padri nella libertà, nella guerra, nella costruzione democratica. Senza il Tricolore, non ci sarebbe Merano, non ci sarebbe autonomia, non ci sarebbe nessuna SVP.

L’Italia è uno Stato paziente, forse anche troppo. Ma l’unità nazionale non può essere materia negoziabile. E il rispetto per la bandiera non è una cortesia: è un dovere costituzionale.

Fonte: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/sindaca-di-merano-rifiuta-il-tricolore

Condoralex

Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET. Blogger e informatico di professione.

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