Il Generale Portolano: per la Difesa serve capacità di spesa e capacità di produzione. - brigatafolgore.net
Il quadro geopolitico e strategico internazionale sta attraversando un periodo di trasformazioni radicali. Le sfide alla sicurezza europea sono sempre più evidenti, e l’Italia, come parte integrante della NATO e dell’Unione Europea, si trova a dover affrontare diverse problematiche legate al rafforzamento delle proprie capacità difensive. A queste difficoltà si aggiungono le carenze nei munizionamenti e le crescenti minacce provenienti dall’est, in particolare dalla Russia. In un contesto internazionale dove il conflitto in Ucraina ha accelerato l’esigenza di un maggiore impegno da parte delle forze alleate, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, ha sollevato preoccupazioni cruciali durante la sua audizione del 21 maggio 2025 davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Nel corso di questo intervento, Portolano ha fatto il punto della situazione riguardo la difesa nazionale, le problematiche delle scorte di munizioni e la necessità di una maggiore capacità di produzione, nonché la sfida di creare una difesa europea integrata, complementare a quella della NATO.
Uno degli argomenti principali trattati dal generale Portolano riguarda le carenze nelle scorte di munizioni, un problema che sta diventando sempre più urgente. A causa del sostegno continuativo dell’Italia all’Ucraina, le scorte nazionali sono state ridotte, creando un “gap” significativo nelle riserve strategiche di munizionamento. Portolano ha sottolineato come questo fenomeno non sia unicamente un problema italiano, ma una difficoltà che coinvolge tutti i membri della NATO. Il conflitto in Ucraina, che ha visto un forte coinvolgimento delle forze armate italiane e delle altre nazioni alleate, ha intaccato le scorte militari nazionali, mettendo in evidenza la vulnerabilità di una strategia di difesa che si basa su riserve limitate.
Secondo Portolano, il processo per colmare questa lacuna non sarà rapido e dipende da due fattori determinanti: la capacità di spesa e la capacità di produzione. La spesa per l’acquisto di nuovi munizionamenti è una delle principali leve, ma ancora più importante è la capacità delle aziende di produzione di fornire i quantitativi necessari in tempi brevi. La produzione di munizionamenti deve essere scalata per far fronte alla domanda, ed è qui che si trova la difficoltà principale. Il generale ha evidenziato che la combinazione di risorse finanziarie e la capacità industriale delle aziende produttrici determinerà quanto tempo sarà necessario per ripristinare le scorte.
Un altro tema cruciale sollevato dal generale riguarda la minaccia in crescita lungo il fianco est della NATO. Portolano ha espresso una forte preoccupazione per l’accelerazione della capacità militare della Russia, che sta ricostituendo rapidamente le proprie forze armate nonostante le perdite sul campo in Ucraina. La NATO, infatti, si trova a dover fronteggiare una Russia che ha ampliato la sua forza militare convenzionale a un ritmo molto più rapido di quanto inizialmente previsto. Questo comportamento rappresenta un rischio crescente non solo per l’Europa, ma anche per la stabilità globale.
Il conflitto in Ucraina ha infatti implicazioni di vasto respiro, poiché coinvolge direttamente le grandi potenze mondiali e le loro politiche di sicurezza. La Russia, pur subendo perdite, sta non solo aumentando il numero delle sue forze, ma sta anche diversificando e modernizzando le sue capacità militari, con un forte impegno nel rafforzamento della sua difesa aerea e delle sue forze convenzionali. Questo scenario preoccupa enormemente le forze armate italiane, poiché un simile incremento delle capacità militari russe potrebbe alterare gli equilibri di potere in Europa e minacciare la sicurezza della NATO, soprattutto nei paesi dell’Europa orientale.
Portolano ha altresì discusso le difficoltà che l’Europa affronta nel creare una difesa collettiva adeguata. La difesa dell’Unione Europea, secondo il generale, è limitata e frammentata. Sebbene esistano delle strutture di difesa che coinvolgono i 27 paesi membri dell’UE, queste sono estremamente limitate e non sufficientemente robuste per far fronte alle attuali minacce globali. La proposta di Portolano è chiara: per rendere la difesa europea davvero efficace, è necessario istituire una figura di “comandante unico europeo“, una posizione che diventi il punto di riferimento politico per la difesa del continente.
Questa struttura di comando sarebbe complementare alla NATO, ma opererebbe con una maggiore autonomia all’interno dell’Unione Europea, riuscendo a rispondere in modo più rapido ed efficace alle emergenze. In particolare, Portolano ha sottolineato che la NATO ha un sistema di comando e controllo collaudato e ben strutturato, ma l’Europa non ha una rete simile, né una strategia unificata di difesa. L’Unione Europea ha una struttura di pianificazione e condotta, ma con capacità limitate, che non permettono di affrontare una minaccia su larga scala. Il generale ha suggerito che sarebbe necessario sviluppare una rete di informazioni classificate, che a livello europeo ancora non esiste, ma che è fondamentale per una difesa integrata.
Un altro punto fondamentale nella visione del generale Portolano riguarda il ruolo strategico del Mediterraneo. Portolano ha enfatizzato che il Mediterraneo allargato sta assumendo una centralità crescente nelle strategie di difesa, non solo per la NATO, ma anche per la sicurezza dell’intero continente europeo. Questo mare, che rappresenta un crocevia di rotte commerciali vitali, è divenuto un punto focale per gli interessi vitali e strategici della sicurezza europea, e in particolare per il fianco sud della NATO.
Il Mediterraneo allargato, infatti, è stato teatro di conflitti regionali che hanno ulteriormente destabilizzato l’area. Il generale ha ricordato che la presenza di attori autoritari come la Russia, ma anche l’Iran, ha reso necessario un impegno più forte nella protezione di questo territorio, che non solo si interseca con importanti risorse energetiche, ma rappresenta anche una zona di potenziale contesa geopolitica.
In risposta a queste sfide, Portolano ha proposto una serie di soluzioni per rafforzare la difesa italiana ed europea. In primo luogo, è necessario un maggiore impegno nella modernizzazione delle forze armate italiane, non solo con l’adeguamento delle dotazioni organiche, ma anche con il rafforzamento delle capacità tecnologiche e industriali. Inoltre, il generale ha parlato della necessità di ringiovanire il personale militare, rendendo la carriera nelle forze armate un’opzione più attraente per i giovani, in modo da garantire una riserva di personale addestrato pronto per essere impiegato in tempo di pace, ma che possa anche rispondere alle necessità in tempi di crisi.
Portolano ha concluso la sua audizione ribadendo che, in un contesto di crescente competizione globale, l’Europa deve necessariamente rafforzare le proprie capacità difensive. La creazione di una difesa europea complementare a quella della NATO, l‘istituzione di una struttura di comando unificata e la modernizzazione delle forze armate sono tutti passi essenziali per garantire che l’Europa possa affrontare le sfide future. Il Mediterraneo, come punto focale per la sicurezza europea, e la crescente centralità del fianco est della NATO richiedono un impegno continuo per la stabilità regionale e globale. L’Italia, come membro attivo della NATO e dell’Unione Europea, ha un ruolo cruciale in questo processo di rafforzamento delle difese collettive, e Portolano ha sottolineato l’importanza di un impegno costante per garantire una sicurezza duratura per l’Europa e per il mondo intero.
Link a Video Commissione Difesa: https://webtv.camera.it/evento/28143
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