F-35, tra autonomia Europea e dipendenza logistica dagli Stati Uniti - brigatafolgore.net
Il 24 marzo 2025 un F-35 dell’Aeronautica statunitense, di base nel Regno Unito, è atterrato alla base aerea di Cameri per ricevere manutenzione presso il polo MRO&U (Maintenance, Repair, Overhaul, and Upgrade) italiano. Si tratta del primo jet americano a essere sottoposto a revisione in Europa, segnando una passaggio rilevante nella cooperazione logistica e industriale tra gli Stati Uniti e i partner del programma F-35.
Il centro MRO&U di Cameri è finanziato dall’Italia e gestito dalla Leonardo S.p.A., in collaborazione con Lockheed Martin e il F-35 Joint Program Office. La struttura ha già effettuato lavori di manutenzione su velivoli italiani, norvegesi e olandesi, ma l’arrivo del primo jet americano conferma il ruolo strategico della base piemontese nella rete di supporto globale dell’F-35.
Il Capitano Sigfrido Chiandussi, rappresentante italiano presso il Joint Program Office, ha dichiarato:
“L’investimento italiano in questo centro è stato significativo. Siamo certi che darà frutti importanti in termini di sicurezza, stabilità e prosperità per l’intera area euro-mediterranea.”
Conosciuto anche come F-35 Euro-Mediterranean Airframe Depot, il polo si trova accanto alla linea finale di assemblaggio (FACO), dove sono stati prodotti diversi F-35 per Italia e Paesi Bassi. Proprio a Cameri, Lockheed Martin gestisce le fasi più sensibili dell’assemblaggio, come l’applicazione dei rivestimenti anti-radar.
Cameri è attualmente l’unico sito in Europa in grado di eseguire manutenzioni pesanti sulla cellula degli F-35 e sta ampliando le proprie capacità in vista dell’aumento delle flotte europee nei prossimi anni.
Proprio mentre Cameri consolida il suo ruolo, la Norvegia ha segnato un altro traguardo: è diventata il primo partner F-35 a completare il proprio ordine ufficiale con la consegna degli ultimi due F-35A, raggiungendo così un totale di 52 velivoli.
Contestualmente, è stato inaugurato a Rygge un nuovo centro nazionale di manutenzione da 5.000 m², dove le attività saranno svolte da Kongsberg Aviation Maintenance Services e dall’Agenzia Norvegese per i Materiali della Difesa.
In precedenza, la manutenzione intermedia era affidata proprio al polo di Cameri. Ora la Norvegia potrà operare in autonomia, rafforzando la propria catena logistica e aumentando la disponibilità operativa, come indicato in un comunicato ufficiale.
Dall’insediamento dell’amministrazione Trump, in Europa sono emerse preoccupazioni circa l’effettivo grado di controllo statunitense sulle flotte F-35. Sebbene Lockheed Martin abbia smentito l’esistenza di un ipotetico “kill switch” remoto, il sistema di gestione e manutenzione resta profondamente integrato con l’infrastruttura statunitense.
Un aspetto delicato del programma F-35 è la gestione dei pezzi di ricambio, il cui controllo resta in larga parte nelle mani degli Stati Uniti. Secondo Endre Lunde, consigliere dell’Agenzia norvegese per i materiali della difesa, i componenti — anche quelli prodotti a livello nazionale — vengono forniti attraverso contratti internazionali centralizzati e restano di proprietà americana fino alla loro installazione sugli aerei.
Ogni paese gestisce scorte nazionali di emergenza per garantire l’operatività anche in situazioni di crisi. La Norvegia ha acquistato pacchetti di pezzi di ricambio separati per poter volare autonomamente in caso di indisponibilità dei canali centrali. Lo stesso vale per la Finlandia, che ha acquistato 64 F-35 e ha previsto una clausola specifica per la continuità operativa in caso di emergenze.
I Paesi Bassi, che riceveranno oltre 50 velivoli, ospitano a Woensdrecht una delle tre basi globali per la distribuzione dei pezzi. Lo scorso anno un caso giudiziario ha evidenziato come anche Israele – pur non essendo partner ufficiale – riceva ricambi tramite la rete olandese.
I Paesi Bassi, coinvolti nello sviluppo del programma dal 2001, forniscono componenti critici come telai, cablaggi, sportelli in volo, alimentazione e sistemi radar.
L’arrivo del primo F-35 statunitense a Cameri segna un passaggio importante nella cooperazione industriale tra Europa e Stati Uniti. Mentre i paesi partner del programma F-35 consolidano le proprie capacità autonome di manutenzione, il ruolo logistico globale degli Stati Uniti rimane essenziale. Cameri, dal canto suo, si conferma come polo tecnologico e strategico di riferimento per la presenza degli F-35 nel Mediterraneo.
Tuttavia, la gestione accentrata della logistica e dei ricambi da parte di Washington continua a sollevare interrogativi sulla reale autonomia operativa dei paesi coinvolti. L’equilibrio tra interdipendenza e sovranità tecnologica resta uno dei nodi centrali nel futuro del programma F-35 in Europa.
Detachment 201, l’integrazione della tecnologia avanzata nel settore militare è ormai una necessità per le…
La difesa antimissile in Europa presenta sia punti di forza che debolezze significative, con la…
La guerra ibrida tra Israele e l'Iran ha da tempo superato i confini del conflitto…
Perdasdefogu, 20 giugno 2025 – Si è conclusa oggi, presso il Poligono Sperimentale e di…
Il vertice NATO del giugno 2025, che si è svolto all'Aia, ha segnato una svolta…
Il cielo notturno del 24 giugno 2025 ha segnato un momento storico per l’Italia e…