Durante la sua apparizione di ieri a "Quarta Repubblica" su Rete4, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, ha sollevato questioni significative riguardanti la capacità difensiva dell'Italia in un contesto globale sempre più teso. Le sue parole pongono una luce critica sullo stato di prontezza militare del paese, specialmente in relazione alla minaccia crescente che rappresentano i conflitti regionali e il terrorismo internazionale.
Il Ministro della Difesa Giudo Crosetto ha esplicitamente dichiarato: "La nostra difesa militare al momento non è a un livello accettabile. Se subissimo un attacco come quello che ha subito l'Ucraina… mi fermo qui". Questa dichiarazione, benché interrotta, manda un chiaro segnale di preoccupazione riguardo alla capacità dell'Italia di difendersi adeguatamente in caso di un attacco simile a quello che ha visto l'Ucraina diventare il teatro di un conflitto devastante.
Eco delle parole del Ministro, le odierne dichiarazioni dell'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Difesa, che ha definito le forze armate italiane "Assolutamente sottodimensionate" e che "Sono necessari, almeno, 10mila uomini in più".
La preoccupazione del Ministro riflette una questione più ampia che va oltre la semplice capacità militare. È un riconoscimento della realtà in cui viviamo.
L'Italia, come parte della comunità internazionale, ha partecipato attivamente a missioni all'estero per combattere il terrorismo e sostenere la pace in regioni instabili. Questi sforzi evidenziano l'impegno del paese nella lotta contro il terrorismo, riconoscendo che è una minaccia che non conosce confini.
Tuttavia, le osservazioni del Ministro sulla prontezza militare dell'Italia e quelle del Capo di Stato Maggiore della Difesa su quanto siano sottodimensionate le forze armate, sollevano questioni importanti sulla necessità di un rafforzamento della difesa. In particolare, il paese necessita di sviluppare una forza militare adeguata a gestire conflitti simmetrici, calibrata sui modelli strategici che caratterizzarono l'epoca del confronto tra NATO e Patto di Varsavia.
Pertanto, appare fondamentale predisporre un progetto nazionale per il potenziamento dello strumento militare:
- Ammodernamento e rifornimento dei principali materiali di armamento e munizionamento: è cruciale che l'Italia, in stretta collaborazione con i partner dell'Alleanza Atlantica, mobilizzi l'industria nazionale al fine di elevare le scorte di armamenti e munizioni ad un livello che garantisca una difesa efficace del territorio nazionale e degli stati alleati.
- Miglioramento delle capacità di reclutamento: è essenziale implementare strategie efficaci per attrarre e formare personale qualificato, valorizzando le carriere militari attraverso programmi di formazione e opportunità di crescita professionale. Qualora il reclutamento volontario non dovesse soddisfare le esigenze delle forze armate, potrebbe essere complementato con l'introduzione di una forma di leva obbligatoria regionale, ispirata ai modelli di successo come quello danese, per garantire un afflusso costante di personale.
- Continuità nell'addestramento del personale militare: è di vitale importanza che l'addestramento del personale militare sia continuo e focalizzato sulle competenze specifiche del warfighting. Operazioni di pubblica sicurezza sul territorio nazionale, quali l'operazione "Strade Sicure", dovrebbero essere affidate alle forze di polizia, permettendo ai militari di concentrarsi sul loro addestramento e sulle missioni che richiedono specifiche capacità belliche.
- Sviluppo tecnologico e messa in campo di nuovi strumenti di difesa basati su sistemi avanzati: è imperativo gestire le risorse finanziarie con strategia, puntando a incrementare le capacità operative e tecnologiche delle forze armate. Priorità deve essere data all'adozione di tecnologie emergenti, tra cui i sistemi di aerei senza pilota (UAS), la guerra cibernetica (cyber warfare), e le capacità satellitari. Tale approccio assicura non solo il mantenimento delle attrezzature esistenti ma anche lo sviluppo e l'integrazione di nuove soluzioni tecniche per rispondere efficacemente alle minacce moderne.
Per affrontare queste sfide, serve un approccio globale che integri competenze militari, capacità produttive nazionali e innovazioni tecnologiche dal mondo universitario e accademico. Sarà essenziale bilanciare la prontezza militare con gli sforzi diplomatici per promuovere la stabilità e prevenire i conflitti, oltre a far comprendere all'opinione pubblica italiana la gravità della situazione internazionale e l'assoluta necessità di dotare la nazione di strumenti di difesa idonei.
In conclusione, le parole del Ministro Crosetto, servono oggi come un campanello d'allarme per l'Italia ed i suoi alleati. Mentre l'Europa continua a navigare in un panorama globale complesso, la chiarezza sullo stato della nostra difesa e la determinazione a migliorarla saranno fondamentali per garantire la sicurezza ed il benessere dei suoi cittadini nell'era moderna.