In recenti interviste, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ex Comandante del COFS e presidente del Comitato militare della NATO e dal 17 gennaio, ha sottolineato che "la pace non è gratis, ma la guerra ha costi immensamente superiori". Ha evidenziato la necessità di aumentare la spesa militare in modo più efficiente, sottolineando che la frammentazione tra i Paesi Nato e UE impedisce economie di scala e aumenta i costi.
La difesa della sovranità industriale ha contribuito a un ritardo tecnologico dell’industria europea. Ha inoltre messo in guardia contro la minaccia attuale, considerandola pari, se non peggiore, a quella della Guerra Fredda. Ha ribadito l'urgenza di un maggiore impegno nella difesa, evidenziando che la minaccia è alle porte dell’Europa e che i Paesi alleati devono rafforzare la loro preparazione militare.
A proposito del conflitto in Ucraina, Dragone ha ribadito l'importanza di sostenere l'esercito ucraino per garantire una "pace giusta" con la Russia. Durante la sua visita a Kiev, ha incontrato il presidente Zelensky e i ministri Umarov e Sybiha, sottolineando la determinazione dell'Ucraina nel difendere il proprio territorio. Secondo Dragone, l'esercito russo ottiene successi limitati a costo di gravi perdite, con una media di 7-800 soldati russi morti o feriti al giorno. Ha evidenziato che il piano iniziale di Putin, che prevedeva una vittoria rapida, è fallito.
Sulle dichiarazioni di Donald Trump riguardo a un possibile dialogo con Putin, Dragone ha sottolineato che la Nato mantiene una posizione ferma sulla sicurezza transatlantica, indipendentemente dagli sviluppi politici. Ha evidenziato l'importanza di incontri internazionali come il Gruppo di Contatto per la difesa dell'Ucraina a Ramstein e la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco.
La NATO e l'Ukraina, anche qui la pace non è gratis
Dragone ha affermato che la Nato segue tre principi: garantire la forza dell'Ukraina per negoziare da una posizione solida, fornire supporto alla sua difesa e rispettare il diritto internazionale. Ha sottolineato l'assenza di segnali concreti di volontà negoziale da parte di Putin e il rischio che un congelamento del conflitto dia alla Russia il tempo di riorganizzarsi per una nuova aggressione.
Riguardo alla possibile adesione dell'Ucraina alla Nato, Dragone ha confermato l'impegno preso al vertice di Washington del 2024, sottolineando che il percorso è ormai irreversibile. Ha ricordato il supporto militare fornito all'Ucraina, con oltre 50 miliardi di euro in aiuti e centri di addestramento.
Sulla possibilità che gli Stati Uniti blocchino gli aiuti sotto una presidenza Trump, Dragone ha espresso scetticismo su un'interruzione totale, ipotizzando piuttosto una rimodulazione. Ha evidenziato che l'Europa già fornisce un contributo significativo e potrebbe incrementarlo, ancora una volta la pace non è gratis!