La scomparsa del Generale Paolo Inzerilli, annunciata nelle scorse ore dall'associazione italiana volontari "Stay Behind", segna la fine di una figura centrale nella storia dei servizi segreti italiani. Inzerilli, che ha servito come Capo di Stato Maggiore del SISMI e comandato la struttura Gladio in Italia, ci ha lasciato all'età di 90 anni. La sua eredità, seppur complessa, è stata contraddistinta da un costante impegno verso la sicurezza nazionale e la difesa dei principi democratici.
Nato a Milano il 15 novembre 1933, Inzerilli ha avuto una carriera distinta nelle forze armate italiane, diventando membro degli Alpini e assumendo ruoli chiave sia nel SISMI che in Gladio. Dal 1974 al 1986 ha Comandato Gladio, organizzazione paramilitare segreta istituita per preparare l'Italia a resistere a potenziali invasioni o insurrezioni dei paesi legati all'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Successivamente, dal 1989 al 1991, è stato Capo di Stato Maggiore dei Servizi Segreti Militari (SISMI).
Cos'era l'organizzazione Gladio
Gladio è stata un'organizzazione paramilitare nata dall'accordo tra la CIA e i servizi segreti italiani, facente parte dell'omonima operazione volta a prevenire un'eventuale invasione sovietica o del Patto di Varsavia in Europa occidentale. Il gruppo si distingueva per le sue operazioni di sabotaggio, guerriglia e guerra psicologica dietro le linee nemiche, agendo in stretta sinergia con i servizi segreti e altre entità.
Al di là della minaccia dell'Unione Sovietica, l'Italia e il blocco occidentale vedevano nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, guidata da Josip Broz Tito e politicamente indipendente dall'URSS, un pericolo maggiore. La Jugoslavia, infatti, mirava a espandere il proprio territorio ai danni dell'Italia sin dal 1943, puntando in particolare alla regione di Venezia Giulia e alla città di Trieste.
Nonostante il termine Gladio si riferisca specificatamente all'iniziativa italiana all'interno del più ampio programma "Stay-behind", la stampa ha talvolta esteso l'uso di questa denominazione anche ad altre operazioni simili in Europa. La rete di gruppi stay-behind, concepita per agire dietro le linee nemiche in caso di invasione, era diffusa in quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale durante il periodo della guerra fredda.
Struttura di Gladio
Il 1º ottobre 1956 segnò la nascita della V Sezione all'interno dell'Ufficio "R" del SIFAR, ribattezzata S.A.D. (Studi Speciali e Addestramento del Personale), con la missione specifica di coordinare l'Operazione Gladio. Questa sezione rimase operativa anche con la successiva evoluzione del SID, trasformandosi nel 1980 nella VII Divisione del SISMI, guidata dal Generale Giuseppe Santovito.
Sotto l'egida della S.A.D., furono istituiti il Centro addestramento guastatori (C.A.G.) e la struttura segreta Stay-behind Gladio. Quest'ultima era organizzata in varie unità e nuclei, tra cui l'Unità di Comando, nuclei informativi, di propaganda, di evasione e fuga, e di guerriglia, distribuiti su diverse aree geografiche italiane, come Friuli-Venezia Giulia, Trieste, Trentino-Alto Adige, Veneto e i Laghi Lombardi, oltre a cinque Unità di Guerriglia di Pronto Impiego posizionate in regioni di strategica importanza.
Un elemento distintivo fu l'equipaggiamento di Gladio con un aereo Dakota C47, noto come Argo 16, destinato al trasporto dei membri verso il C.A.G. di Capo Marrargiu per l'addestramento. L'aereo si schiantò nel 1973 a Porto Marghera in circostanze misteriose, che alcuni attribuirono a un sabotaggio, sebbene fosse ufficialmente considerato un incidente.
Nel periodo tra il 1985 e il 1987, furono creati nuovi Centri per l’Addestramento Speciale (C.A.S.), tra cui il Centro Libra di Brescia, il Centro Pleiadi di Asti, e il Centro Scorpione di Trapani. Originariamente pensati per l'addestramento dei membri di Gladio, questi centri furono poi riconosciuti idonei per attività informative legate al terrorismo e alla criminalità organizzata, su direttiva dell'ammiraglio Fulvio Martini, allora direttore del SISMI.
Nel 1986, per iniziativa di Paolo Inzerilli, allora colonnello e direttore della VII Divisione del SISMI, fu istituito il Gruppo Operazioni Speciali (G.O.S.), noto anche come "Nucleo K" o "Operatori Speciali del Servizio Italiano" (O.S.S.I.). Questo gruppo selezionava specialisti in guerriglia e controguerriglia dalle Forze Armate per addestrare i membri civili di Gladio, ma veniva anche mobilizzato per missioni di scorta a personalità di spicco e durante eventi critici, dimostrando l'ampio raggio d'azione e le diverse capacità operative di Gladio nel contesto della Guerra Fredda e oltre.
Un'eredità complessa
La morte del Generale Paolo Inzerilli chiude un capitolo significativo nella storia dei servizi segreti e della difesa italiana. Mentre il suo legame con Gladio rimane un elemento distintivo della sua biografia, è importante considerare l'intera carriera di Inzerilli nel contesto più ampio delle sfide di sicurezza che l'Italia ha affrontato nel Novecento. La sua eredità, come quella di Gladio, è parte integrante della complessa trama di eventi che hanno caratterizzato la Guerra Fredda in Italia.